Almeno 7 milioni e mezzo di tasse in più da pagare. E’ questa – denuncia Antonio Platis, capogruppo del PDL – la stangata in arrivo per le famiglie e le imprese mirandolesi. All’introduzione della tassa patrimoniale IMU prevista dalla manovra Monti si sono aggiunti i rincari voluti dal Sindaco Maino Benatti.
I Comuni – spiega Platis – hanno il potere di variare le aliquote base proposte da Roma di circa uno 0,3% in più o in meno.
La giunta di sinistra ha scelto, ovviamente, di aumentare di ben1.922.000 l’introito dell’IMU, di 333.000 l’IRPEF e del 3% le rette ele mense delle scuole. In pratica a Mirandola si pagherà mediamente il 30% in più di tasse, rispetto agli aumenti già previsti dal governo Monti.
Già, mediamente, in quanto alcune categorie saranno ancor più vessate come gli agricoltori che, dal giorno alla notte, si trovano a dover pagare il 300% in più e saranno costretti a sostenere i costi professionali per l’accatastamento di fabbricati rurali ad uso strumentale.
Senza dimenticare i proprietari di appartamenti sfitti che ‘vanteranno’ l’aliquota più alta, pari allo 0,94%, oltre all’aumento della rendita catastale del 160%. Se le imprese saranno tartassate all’inverosimile, alle famiglia non va meglio in quanto si troveranno a dover pagare, in più, circa 421,71?.
Il momento è difficile ed il PDL sta contribuendo per tenere il timone ben dritto. Questo però – chiosa Platis – non autorizza i Comuni a scaricare sui cittadini le inefficienze della loro gestione. Pensiamo ai fondi dilapidati per IRIDE Formazione, ai contributi a pioggia per gli stranieri, all’incremento dei costi del corpo unico di Polizia Municipale, alle spese esorbitanti per la gestione degliimpianti sportivi, ai contributi per le solite associazioni culturali.
Prima di mettere le mani nelle tasche di cittadini ed imprese bisognerebbe iniziare una seria cura dimagrante delle spese della giunta Benatti – conclude Platis, Capogruppo PDL Mirandola.