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Cisl e Anolf Reggio: “Sindaco, la tassa per il soggiorno è iniqua. Si attivi con l’Anci”

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Con riferimento alla tassa di soggiorno per cittadini stranieri non ancora modificata dal governo Monti ecco quanto scritto in queste ore dalla Cisl di Reggio Emilia e dall’Anolf Cisl di Reggio Emilia al sindaco di Reggio e presidente Anci, Graziano del Rio.

Egregio sindaco Graziano Delrio

oggi un cittadino straniero per non essere considerato clandestino e quindi perseguibile dalla legge, ha bisogno di un permesso di soggiorno, che può riguardare sia motivi di lavoro autonomo che di lavoro subordinato, famigliari o eventuali altri.

Per rinnovare questo titolo di soggiorno, già oggi è a carico del cittadino straniero un contributo abbastanza rilevante: 27,50 euro per il permesso in formato elettronico, 30 euro per il kit postale, 14,62 euro di marca da bollo. In totale sono 72,12 euro ogni singolo titolare del permesso che, ricordiamo, è necessario a partire dall’età di 14 anni. Inoltre, il permesso di soggiorno ha in alcuni casi una durata di tre mesi, fino ad un massimo di due anni.

Accade così, ad esempio, che una famiglia immigrata composta da 4 persone si ritrova a pagare 288,48 euro per ogni rinnovo di permesso di soggiorno, e ciò anche quando i figli sono nati all’ospedale Santa Maria Nuova o in qualsiasi altro ospedale italiano.

Già questo riteniamo sia un aggravio eccessivo, considerata la situazione di crisi economica generalizzata che comunque colpisce in particolare le famiglie immigrate.

Ora, dal 30 gennaio, così come previsto dal decreto 6 ottobre 2011 firmato dal governo Berlusconi, per tutti coloro che intendono richiedere il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno è scattato l’aumento di questa imposta, già gravante sulla situazione degli stranieri.

La Cisl e l’Anolf di Reggio Emilia la ritengono una misura iniqua, che pone a serio rischio lo stato sociale in un momento in cui dovrebbe invece essere più equo e rispettoso verso le fasce più deboli.

Il decreto, per altro, ai precedenti 72,12 euro prevede un’ulteriore tassa che va dagli 80 euro per i permessi di durata dai tre mesi ad un anno, ai 100 euro per i permessi di durata da uno a due anni, fino a 200 euro per il permesso di lungo periodo (ex carta di soggiorno).

Insomma, essere “regolari” piuttosto che clandestini, dal 30 gennaio ha un costo insopportabile per le famiglie immigrate, quando in generale fanno assai fatica con le varie spese quotidiane e quando molti lavoratori hanno perso e continuano a perdere l’occupazione.

Il governo, nelle persone del ministro Riccardi e della Ministra Cancellieri aveva espresso l’intenzione di rivedere la tassa in quanto ritenuta iniqua. Però sono passate settimane e nulla è accaduto.

Chiediamo, pertanto, a Lei un intervento, anche a nome dell’Anci nazionale, al fine di ricercare una soluzione equa e non punitiva.

Riteniamo, inoltre, che si possa piuttosto lavorare sulla durata dei permessi: se invece di pagare ogni 6 mesi o 1 anno si pagasse per un periodo più lungo, si risolverebbero due problemi, uno sociale ed economico oltre ad un alleggerimento notevole del lavoro richiesto dalla burocrazia.

Crediamo sia interesse di tutti mantenere le persone nella legalità, evitando una ricaduta massiccia nella clandestinità, che creerebbe, tra l’altro, altri problemi più difficili da gestire. Partiamo sempre dal presupposto che non abbiamo a che fare con pacchi che si possono usare quando c’è bisogno e poi rispedire quanto non c’è lavoro, non con braccia esclusivamente lavorative, ma con persone, che nel nostro paese hanno formato famiglie, molte volte con figli nati qui.

Si ringrazia per l’attenzione

Margherita Salvioli Mariani (segretaria provinciale Cisl Reggio Emilia)

Aziz Sadid (Anolf Reggio Emilia)