«Ho seguito con particolare attenzione il dibattito sull’applicazione dell’Imu, relativamente alle proprietà della Chiesa e alle scuole parificate presenti sul nostro territorio. Un dibattito che tuttavia giudico inappropriato, in una contrapposizione che non trova riscontro in una provincia come la nostra, dove il ruolo che svolgono le scuole paritarie appartenenti alla FISM o comunque di matrice cattolica, è importante nel percorso di molti giovani cittadini svolgono in questi percorsi educativi. Una riflessione, la mia, che nasce non solo dal mio ruolo di amministratore pubblico, ma anche da quello di ex studente di una scuola parificata cattolica del nostro comune, che ho frequentato sia per esigenze familiari, sia per una riconosciuta qualità formativa.
Non comprendo le motivazioni per cui si è dovuto aprire tale dibattito, estendendo ai luoghi che sono di servizio pubblico la richiesta di compartecipare, con gli immobili, a livello tributario attraverso l’Imu, pensando che attraverso tale azione passi un principio di equità e giustizia. Il rischio è di costruire un dibattito anacronistico che non sa leggere la situazione reale e nasce su presupposti ideologici che, nell’amministrare quotidiano, non trovano alcun riscontro. Infatti, a prescindere dalle valutazioni soggettive, culturali e di merito che ognuno di noi può dare, rispetto alla proposta formativa e all’educazione che le scuole cattoliche mettono in campo (che comunque è legata alla libertà di scelta di ogni cittadino), è innegabile come, nel nostro contesto, esse siano diventate parte integrante del processo formativo.
A Casalgrande, le prime collaborazioni risalgono agli inizi degli anni 70, che riconoscevano questo loro ruolo primario, ai tempi del sindaco Mario Piccinini, amato e stimato amministratore dell’allora Pci. Oggi, sono duecento i bambini che usufruiscono dei servizi della scuola dell’infanzia, in un rapporto convenzionato che nel nostro Comune passa anche da una omogeneità nelle rette d’accesso, che sono cioè economicamente identiche tra pubblico e privato. È questo il dato che dimostra come non esista né attività commerciale né scopo di lucro, poiché tale allineamento con il pubblico rappresenta solo ed esclusivamente una copertura del costo del servizio offerto, oltre che un’integrazione fondamentale dei nostri servizi all’infanzia, che insieme garantiscono la copertura del 94% dei bambini in età prescolare.
Bene ha fatto il Governo a esentare le scuole parificate dall’Imu, perché in caso contrario, si sarebbero costruite le condizioni per dare un duro colpo all’istituzione del sistema delle scuole cattoliche, che compartecipa a un’offerta di servizi educativi importanti. Altra ovvietà è la necessità di differenziare tra luoghi di culto e luoghi di natura commerciale: e la preoccupazione che nasce in me è come in questo Paese, anche il buon senso e le ovvietà vengano messe continuamente in discussione, in dibattiti che rischiano di essere laceranti senza affrontare i problemi reali».