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Il sindaco Delrio domani all’Università Bocconi presenta il suo libro “Città delle persone”

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Domani, venerdì 16 marzo alle 10.30, il sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci Graziano Delrio presenterà all’Università Bocconi di Milano (aula magna di via Gobbi 5) il suo libro “Città delle persone- L’Emilia, l’Italia e una nuova idea di buon governo”, edito da Donzelli. A intervistarlo sarà Giovanni Valotti, direttore della Scuola universitaria Bocconi.

L’evento si svolgerà nell’ambito della diciassettesima Giornata Clapi, che prevede anche la presentazione e premiazione dei migliori progetti del concorso “Un’idea per la tua città”, iniziativa patrocinata dal Comune di Milano. A premiare i giovani partecipanti, insieme al sindaco Delrio, Chiara Bisconti, assessore a Benessere e qualità della vita del Comune di Milano, e Federico Lega, direttore del corso di laurea magistrale in Economia e management delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni internazionali alla Bocconi.

Nel volume, Delrio traccia il suo progetto di buon governo amministrativo – coinvolgimento inevitabilmente nell’analisi il sistema Paese – partendo da punti di forza e fattori critici del Modello emiliano, quel sistema economico-politico che aveva raggiunto il suo apogeo alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Il sindaco analizza dunque il modello di partenza e le nuove tendenze applicative – sperimentate in oltre sette anni di mandato con una logica rigorosamente tecnico-politica – nei processi amministrativi che riguardano lo sviluppo economico, il welfare inteso come cura delle persone, la territorialità e l’urbanistica, la cittadinanza come capitale sociale, l’educazione come progetto formativo permanente, la governance come stimolo allo sviluppo di progetti condivisi da attuarsi in un sistema di rete. Il tema culturale forte che emerge è che, da una crisi finanziaria così drammatica come la attuale, se ne esce solo con un deciso investimento culturale prima che politico nella mutualità dell’agire comune. La città delle persone, appunto, in cui le amministrazioni non si fanno imprenditrici di servizi, ma svolgono piuttosto un ruolo di stimolo e di indirizzo rispetto ai vari soggetti che si muovono nella società civile.

Un investimento prima di tutto culturale, come si spiega nel libro, proprio perché la cultura crea consapevolezza in un agire comune dove la comunità non è più uno spazio circoscritto, ma un luogo aperto che assorbe nuove risorse dai cambiamenti e dalle mutazioni di una città in continua evoluzione. L’immagine della rete, mutuata da modelli comunicativi ormai affermati, serve a concretizzare il concetto di sviluppo per le città di Europa 2020 nelle variabili che leggono la crescita economica in una visione di filiera produttiva aperta alle competenze del capitale umano e la coesione sociale in un sistema di welfare capace di attingere a nuove risorse formali e informali per gestire in modo sempre più duttile le esigenze, che nascono da una società mai come oggi multiforme.