Mentre il governo Monti si prepara a smantellare definitivamente l’articolo 18 spalancando ulteriormente le porte ai licenziamenti, Marchionne si sfrega le mani e annuncia la necessità di scelte “dolorose” per gli stabilimenti del gruppo Fiat. A Bruxelles il 20 marzo ha dichiarato che nel settore auto in Europa “si producono troppe automobili” e per questo sarà necessaria una “riduzione dolorosa”. Come riportato dal Corriere della Sera del 21 marzo: “il numero uno della Fiat ha citato l’esempio dei costruttori Usa che tra il 2007 e il 2008 hanno ridotto le loro capacità produttive e ‘ora guadagnano soldi’ (…). In concreto, sarebbe necessario ‘un meccanismo di sostegno finanziario dall’Europa’ per accompagnare i licenziamenti”.
Ma Marchionne a Bruxelles è stato ancora più preciso: il piano di licenziamenti di massa negli stabilimenti Fiat dovrà essere attuato entro 12 mesi: è evidente che la cosiddetta “riforma del lavoro” di Monti e Fornero cade a fagiolo per la Fiat. Tutto questo viene ad aggiungersi alla chiusura della Fiat Cnh di Imola, della Irisbus di Avellino, della Iveco di Flumeri, dell’Alfa di Arese, e all’annunciato piano di dismissione di Pomigliano e Mirafiori.
E’ NECESSARIA UNA MOBILITAZIONE STRAORDINARIA IN TUTTI GLI STABILIMENTI DEL GRUPPO FIAT, A PARTIRE DAL RIFIUTO DI ACCETTARE LE ORE DI STRAORDINARIO OBBLIGATORIO IMPOSTE DALL’AZIENDA
NO AL MODELLO POMIGLIANO! NO A TURNI DI LAVORO MASSACRANTI!
NO ALL’ABOLIZIONE DELL’ARTICOLO 18!
(Cub Modena)