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Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl, Uiltucs/Uil Modena, sciopero venerdì 30 marzo dei lavoratori delle farmacie pubbliche di Modena città


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Sciopero per l’intera giornata venerdì 30 marzo 2012 dei lavoratori e delle lavoratrici delle farmacie pubbliche (ex comunali) della città di Modena. Si tratta delle 13 farmacie della città per un totale di 70 dipendenti.

L’iniziativa di lotta è stata indetta a livello nazionale dai sindacati di categoria Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto ormai da 15 mesi (e che interessa a livello nazionale 3.000 lavoratori).

Nell’ultimo incontro con Assofarm il 21 febbraio, l’associazione si è mostrata indisponibile a proseguire nella trattativa, sostenendo la preoccupazione per i recenti interventi legislativi in materia di dispensazione finale del farmaco e per la liberalizzazione degli orari commerciali destinati a coinvolgere anche le farmacie, paventando il rischio di progressiva scomparsa della farmacia pubblica.

Assofarm ha perciò chiesto il “congelamento” della trattativa senza offrire garanzie minime sull’esito della stessa, quasi obbligando i sindacati alla firma di una cambiale in bianco.

Filcams Fisascat Uiltucs condividono i rischi legati alle liberalizzazioni e il rischio di progressiva scomparsa della farmacia pubblica, ma ritengono altresì che proprio il rinnovo del CCNL sia il miglior strumento per qualificare le farmacie pubbliche e quindi il personale al loro interno, mantenendo la propria storica importanza e distintività di presidio sanitario territoriale per la dispensazione del farmaco ed evitando così che siano costrette a trasformarsi in esercizio commerciale per poter sopravvivere.

Inaccettabile per i Sindacati che Assofarm non solo non sia disponibile a rinnovare il contratto in tempi brevi, ma che sia intenzionata a mettere in discussione diritti importanti dei lavoratori, economici e normativi. Il tutto a fronte del rinnovo del contratto dei lavoratori delle farmacie private avvenuto 5 mesi fa.

La liberalizzazione degli orari commerciali, destinata a coinvolgere anche le farmacie, non può essere presa a pretesto per chiedere un aumento della flessibilità dell’orario di lavoro incontrollata e non contrattata. Mentre da una parte si chiede la diminuzione delle maggiorazioni per gli straordinari, il lavoro notturno, domenicale e festivo, dall’altra non sono state avanzate proposte apprezzabili sul salario.

Durante lo sciopero di venerdì saranno garantiti i servizi essenziali, secondo il calendario delle turnazioni previste.