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Casari (IDV): Perplessità sulla centrale a biomasse dell’Inalca

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Per quanto riguarda la Centrale a biomasse di origine animale dell’INALCA a Castelvetro esprimiamo forti perplessità sui dati forniti dalla Ditta. Analizzando i documenti che accompagnano la richiesta dell’INALCA riportati sul sito della Provincia di Modena, ci siamo soffermati in particolare su quellirelativi al ciclo produttivo, all’utilizzo del prodotto ottenuto come combustibile e sulle emissioni.

I punti di maggiore criticità li riscontriamo nelle fasi che vanno dall’estrazione alla raffinazione del grasso: ci preoccupa la presenza di prodotti chimici che permangono nell’acqua di lavaggio di cui non è dato sapere se e come vengono recuperati. Passando all’analisi delle emissioni dichiarate, ipotetiche perché mancano dati effettivi derivati da prove o processi analoghi di riferimento, si evincono dati che francamente non possono lasciarci tranquilli. Si parla di prodotti cancerogeni, diossine e aldeidi oltre a: Polveri, NOx ossidi di azoto, Ossido di carbonio, SO2 anidride solforosa, ecc.ecc.

Rileviamo ancora che i controlli, una volta che l’impianto è a regime, verranno effettuati a cadenza annuale, quali garanzie di rispetto dei limiti di emissione possiamo aspettarci in corso d’anno?

Riteniamo che, nonostante gli scarsi dati forniti, basandoci solamente su quelli riportati nella documentazione allegata alla richiesta, si evince che il possibile danno ambientale e la ricadutanegativa sulla salute degli abitanti nelle vaste zone di interesse è non solamente ipotizzabile ma concreta. Esistono inoltre, nelle aree circostanti l’impianto, coltivazioni e produzioni OGP di alto valore qualitativo, che andrebbero perse o seriamente compromesse con pesanti ripercussionieconomiche.

INALCA non ha presentato dati esaustivi che possano delineare la futura eventuale pericolosità o meno dell’ impianto per cui esprimiamo un giudizio avverso alla realizzazione dell’opera. Qualora l’azienda chiarisse certi passaggi e integrasse il progetto con i dati mancanti in modo da garantire al di là di ogni ragionevole dubbio che non ci saranno problemi di ordine sanitario e che la struttura non sarà invasiva per il territorio, potremmo rivedere la nostra posizione.

(Arch. Matteo Casari, Resp. Dip. Ambiente Idv Modena)