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Ricerca UniSalute: i bolognesi sono attenti alla prevenzione medica ma ci sono zone d’ombra


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“Prevenire è meglio che curare”. Così recitava un noto spot che invitava ad occuparsi della propria salute con continuità. Un messaggio tutt’ora valido e che sembra essere stato fatto proprio sotto Le Due Torri se, come emerge dall’ultima ricerca(1) commissionata dall’Osservatorio Sanità(2) di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, il 70% dei bolognesi con più di 30 anni, indipendentemente che ad esprimersi siano uomini o donne, si occupa di questioni legate alla propria salute con continuità, facendo controlli almeno una volta l’anno.

Si tratta di quasi tre adulti su quattro che non aspettano sia il proprio corpo a lanciare specifici messaggi d’aiuto ma preferiscono periodicamente sottoporsi a visite ed esami di prevenzione.

Un dato ancor più lusinghiero se si pensa che, a livello nazionale, solo il 49% attua questo comportamento virtuoso.

In particolare grandissima attenzione, nel capoluogo emiliano, tra gli over 45: l’intero campione ha infatti dichiarato di effettuare controlli regolarmente.

Non sorprende invece che questa percentuale scenda al 45% nella fascia 30-35 anni quando si è nel pieno delle proprie forze ed è quindi percepita come minore la necessità di fare visite preventive.

Tutto bene dunque? Non proprio. L’Osservatorio UniSalute ha infatti indagato quali, tra le molte possibili visite ed esami a cui ci si può sottoporre per un controllo, i bolognesi – coscientemente o meno – sembrano trascurare. Ne emerge un quadro meno roseo.

Preoccupa scoprire come più di un uomo su tre (38%) non abbia mai effettuato una visita andrologica o urologica. Un dato sicuramente non positivo, ma sicuramente meno preoccupante di quello rilevato a livello nazionale dove un uomo su due (49%) non si è mai sottoposto a questo tipo di visite. Dati che confermano l’allarme lanciato alcuni anni fa dagli specialisti alla notizia dell’abolizione della leva obbligatoria. Per molti ragazzi infatti, quella del reclutamento militare era l’unica occasione per un controllo andrologico.

E le bolognesi? Se è vero che per il 76% del campione complessivo sono loro, molto più degli uomini, ad essere attente alle questioni legate alla prevenzione e alla salute (lo confermano gli stessi uomini intervistati), purtroppo non sempre hanno le dovute attenzioni: una donna su cinque (21)% non ha mai effettuato una mammografia.

Quasi la metà del campione (42%), che siano uomini o donne, dichiara poi di non essersi mai sottoposto ad esami angiologici, per scoprire lo stato di salute dei propri vasi sanguigni (a cui si ricollegano patologie quali aneurisma, aterosclerosi e trombosi).

Una nota positiva arriva dai controlli in ambito cardiologico: l’82% degli over 30 effettua periodicamente visite ed esami legati allo stato di salute del proprio cuore (dalla misurazione della pressione all’elettrocardiogramma) percentuale che arriva al 100% tra chi ha superato i 45 anni. Sicuramente un dato confortante, considerato che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nell’Unione Europea: il 48% dei decessi sono infatti provocati da ictus o malattie coronariche(3).

Il corpo umano è una macchina straordinaria ma al tempo stesso complessa e delicata. Solo un‘attività di controllo consapevole e costante può permettergli di funzionare al meglio. La ricerca UniSalute dimostra come tra i bolognesi esista una buona cultura della prevenzione che, assieme ad uno stile di vita sano, è elemento imprescindibile per vivere bene, ma che vi siano ancora alcune zone d’ombra su cui lavorare.

1) Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2012 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età (over 30), sesso ed area geografica.

2) L’Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l’obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo dell’welfare sanitario in azienda.

3) Rapporto “Statistiche delle malattie cardiovascolari in Europa 2008” pubblicato dallo European Heart Network.

UniSalute, fondata dal Gruppo Unipol nel 1995, è la prima Compagnia in Italia ad occuparsi esclusivamente di assicurazione salute attraverso un modello innovativo e differente: al tempo stesso potente centrale di acquisto e controllore specializzato della qualità delle prestazioni sanitarie per tutti i propri assicurati.

Sintesi tra competenze assicurative e cliniche – anche alcune decine di medici specialisti tra i suoi dipendenti – UniSalute opera attraverso una rete di oltre 7.000 convenzionate presso le quali gli assicurati possono usufruire di prestazioni sanitarie di qualità con ridotti tempi di attesa e con il pagamento della prestazione da parte della Società.

Ad oggi conta oltre 4 milioni e 100 mila clienti e nel 2010 ha raggiunto il primato nazionale nella gestione dei Fondi Nazionali di categoria assicurati e delle Casse Professionali.