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Giovedì a Boretto la presentazione del libro “La Sentenza”

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Avrà luogo giovedì 19 aprile, alle ore 21.00, presso la Sala Nizzoli del Municipio di Boretto, la presentazione del libro “La Sentenza” (Frassinelli Editore) di Valerio Varesi. L’incontro, coordinato dal Sindaco Massimo Gazza, vedrà la partecipazione della Senatrice Albertina Soliani e si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per il 67esimo anniversario della Liberazione d’Italia.

Nel libro di Varesi, un ex legionario, Bengasi, evade dal carcere di Parma durante un bombardamento e si unisce ai partigiani. Un assassino, Jim, ottiene la scarcerazione, a patto d’infiltrarsi come spia in un distaccamento appenninico. La violenza del primo e la doppiezza del secondo segnano la vita di molti altri, a partire dalle donne, una staffetta e una prostituta, innamorate di loro.

“1944, carcere di San Francesco a Parma. Il rombo degli aerei alleati fa tremare le pareti e il cuore di uomini capaci dei delitti più atroci, adesso tutti pronti a sostituire con il crocefisso la pistola o il coltello. Tranne uno. Lo chiamano Bengasi, perché è stato nella Legione straniera, dove si era rifugiato per sfuggire ai molti guai combinati in gioventù. È un avventuriero inquieto e per lui le bombe sarebbero una liberazione. Stesso anno, stessa notte. Carcere di San Vittore a Milano. Il bombardamento della città, uno dei tanti ormai, sfiora le mura senza toccarle. Un gruppetto di prigionieri comuni è convocato dalla guardia fascista. Tutti temono il peggio, ma ce n’è uno che nella vita è sempre riuscito a cavarsela, sempre ai margini, sempre disposto a tutto. Forse, pensa, anche questa è un’opportunità. Bengasi riesce a scappare, e sa che la sua unica possibilità di salvezza è la guerriglia, quella dei partigiani nascosti lì, tra le montagne. L’altro coglie al volo la proposta del fascista e accetta di infiltrarsi nella Quarantasettesima brigata Garibaldi, partigiani del Parmense, come spia: non è la prima volta che fa un lavoro sporco, e comunque è sempre meglio che rimanere rinchiuso in una cella. Accetta anche il suo nome di battaglia, Jim, che gli viene affibbiato con ironico disprezzo, citando Conrad. Jim e Bengasi sono due uomini ai quali una notte ha cancellato il passato e regalato un futuro. Sono due partigiani per caso. La montagna unisce i loro destini, l’amicizia li rende inseparabili…”