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Plauso di Confcooperative Modena per proposte Regione su ortofrutta

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«Piena condivisione e impegno incondizionato delle cooperative per attuare le proposte sull’ortofrutta annunciate dalla Regione». È positivo il giudizio del presidente di Confcooperative Modena, Gaetano De Vinco, sul piano in cinque punti presentato l’altro giorno dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni per dare stabilità al comparto ortofrutta. De Vinco ricorda che, rispetto al problema della frammentazione produttiva, la cooperazione ha storicamente organizzato la filiera. «In questi anni le cooperative hanno consentito alle aziende di continuare a investire nell’ambito dei programmi operativi su rinnovamenti varietali, miglioramenti qualitativi e innovazione di prodotto e di processo». Rabboni propone l’autogoverno della produzione in funzione della domanda (attraverso lo strumento dell’Organismo Interprofessionale o tramite accordi privati di commercializzazione), l’utilizzo dei fondi mutualistici per assicurare il reddito dei produttori previsti nella nuova proposta PAC, una revisione dei ritiri di prodotto eccedenti in funzione della prevenzione e gestione delle crisi di mercato, un fondo autofinanziato dalle aziende destinato all’apertura e ampliamento di nuovi mercati, una buona applicazione dell’art. 62 previsto nel Dl liberalizzazioni.

Il piano interessa molto la provincia di Modena, grande produttrice di pera. «Un comparto che credevamo immune dalle crisi, invece l’anno scorso è stato difficile e la crisi dei consumi ha investito anche la pera – afferma Piergiorgio Lenzarini, presidente del settore ortofrutticolo di Confcooperative Modena – Per questo puntiamo molto sulla creazione di un Organismo Interprofessionale della pera in Emilia-Romagna, cioè di un ente che, concentrando la produzione, raggruppi tutti i soggetti della filiera e stabilisca regole che assumono valore di legge. È importante in questo senso l’impegno assicurato dalle organizzazioni professionali agricole. Dobbiamo completare il catasto per sapere quanti ettari coltivati a pera producono al di fuori del sistema organizzato, programmare nuovi impianti, concordare le modalità di raccolta. L’obiettivo – conclude Lenzarini – è garantire reddito ai pericoltori per assicurare un futuro al nostro comparto».