«Non ci sottraiamo ai sacrifici, siamo consapevoli che il Paese non può uscire dalla crisi senza l’impegno di tutti. Ma ciascuno deve fare la propria parte». Questo il monito che il CUPLA (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) ha espresso in un documento politico indirizzato al governo Monti, e che viene oggi rilanciato con forza da Gian Lauro Rossi, segretario provinciale ANAP (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato).
«Il governo dei Professori – spiega Rossi – forse proprio per la sua vocazione “tecnica”, dimostra grandi difficoltà a calarsi nella realtà delle famiglie, degli svantaggiati, degli anziani e dei giovani, almeno quante ne dimostra ad abolire e ridimensionare i privilegi della casta». Quali sono le proposte dei pensionati del lavoro autonomo per ristabilire l’equità perduta?
Certamente urge salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni, ampliare la NO TAX AREA per gli anziani, correggere l’IMU tenendo conto di situazioni come quelle di chi è permanentemente ricoverato in case di riposo, ma non sono solo emergenze di categoria quelle che illustra Rossi.
«Occorre eliminare le fonti di discriminazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo: parlo di assegni familiari, accesso al pensionamento, quattordicesima mensilità… Anche perché con il calcolo contributivo per tutti e con l’aumento delle aliquote contributive per i lavoratori autonomi, trattamenti differenziati non sono più giustificabili».
E ancora: «Serve una più equa redistribuzione dei carichi fiscali e delle risorse, al tempo stesso combattendo con estrema determinazione ogni forma di evasione, di lavoro nero, di abuso, di rendita parassitaria. Noi abbiamo proposto di cominciare con la detassazione parziale o totale delle tredicesime, riducendo la pressione fiscale sui redditi fissi».
«Il Governo – prosegue Rossi – deve anche rinunciare al previsto aumento dell’IVA al 23%, in quanto si tradurrebbe in un ulteriore balzo al costo della vita, che si ripercuote soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione».
Parallelamente, le azioni di revisione della spesa pubblica annunciate all’esecutivo, secondo Rossi dovrebbero «essere occasione per fare un po’ di pulizia sugli abusi e per razionalizzare la materia assistenziale e sanitaria. Perchè è chiaro che non sono accettabili limitazioni di diritti legittimi sanciti dalla Costituzione o smantellamenti del welfare pubblico».
«L’impegno richiesto dal Governo per superare la profonda crisi in cui versa il Paese – conclude il segretario ANAP – evidenzia gravi carenze di equità nella ripartizione dei sacrifici e non si tratta di una questione tecnica: sta mettendo in serio pericolo la vita di milioni di anziani, e non solo».