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Confesercenti Carpi su chiusura supermercato dopo soli 18 mesi


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“La chiusura improvvisa del supermercato di via Carlo Marx – il “Simply” della catena Auchan – inaugurato in città a fine 2010 è la riprova ulteriore, della fondatezza delle preoccupazioni espresse a più riprese da imprenditori ed Associazioni imprenditoriali – dichiarano Valerio Forghieri e Massimiliano Siligardi rispettivamente presidente e direttore di Confesercenti Carpi, precisando – Sia riguardo all’espansione della rete distributiva, sia in merito alla liberalizzazioni introdotta dal decreto Monti”.

“E’ risaputo che la rete commerciale provinciale e carpigiana ha raggiunto da tempo livelli dimensionali insostenibili. E la chiusura della struttura di via Carlo Marx mostra purtroppo ed è il caso di dirlo sulla pelle di imprenditori e lavoratori – fanno notare Forghieri e Siligardi – che la nostra contrarietà alle politiche di espansione previste dal Piano degli insediamenti commerciali approvato dalla Provincia nell’autunno scorso – Piano che prevede tra l’altro l’apertura di un centro commerciale di 5.000 mq ad Appalto di Soliera – non era una mera difesa di interessi corporativi, quanto la fedele fotografia di ciò che il territorio sta attraversando: un calo senza precedenti, nei settori del commercio e dei servizi, sia dei consumi che dei livelli occupazionali”.

A questo proposito Siligardi e Forghieri tengono ad evidenziare gli allarmanti dati emersi di recente dalle analisi condotte a livello provinciale dal Centro Studi di Confesercenti Modena, su oltre mille piccole imprese operative nei settori del commercio, del turismo e dei servizi. “Se guardiamo al commercio alimentare al minuto, al calo dei fatturati registrato nel corso del 2010 (-2,7%), ha fatto seguito nel 2011 un ulteriore decremento dei ricavi pari al -2,3%. Sul fronte lavoro invece, il primo trimestre 2012 ha segnato una flessione dell’occupazione di 4 punti percentuali rispetto al medesimo periodo dello scorso anno”.

“La chiusura di questo supermercato dopo poco meno di 18 mesi di attività, è un segnale fin troppo evidente che le politiche di liberalizzazione introdotte dal governo Monti in materia di commercio non offrono al momento alcun input di crescita al paese né tanto meno di rilancio dei consumi. La deregulation totale degli orari, l’apertura sette giorni su sette per 365 giorni l’anno, e la liberalizzazione delle nuove aperture, che proibisce ogni contingentamento numerico, rischiano di far accelerare un processo che ha già ridotto allo stremo da diversi anni le piccole e piccolissime imprese del commercio e che ora inizia a coinvolgere anche le medie strutture di vendita. Favorendo – concludono Forghieri e Siligardi – la migrazione dei consumi verso solamente i centri commerciali e le grandissime superfici di vendita”.