Nelle parole di una studentessa che ringrazia la Regione per aver potuto partecipare ad una iniziativa che le ha permesso di “conoscere il coraggio delle donne reggiane che hanno realizzato i loro sogni” l’ente pubblico “trova il senso del proprio impegno nei progetti di cittadinanza attiva”. Ad assicurarlo è Roberta Mori, presidente della Commissione regionale per la parità, durante il convegno “Donne&donne. Sulle tracce di Matilde di Canossa”, promosso questa mattina a Reggio Emilia dall’Assemblea per presentare il progetto “Generazioni di donne, cittadinanza e democrazia partecipativa”, 50 interviste realizzate dalle studentesse del liceo artistico Gaetano Chierici di Reggio Emilia a 50 donne di successo del territorio.
Una occasione per “piantare un seme della consapevolezza – rimarca Mori- della necessità di un protagonismo rosa positivo, di un senso di sorellanza”. L’impegno sul genere infatti “è un impegno identitario da portare avanti finché nel mondo c’è anche solo una donna che non ha pieno accesso ai diritti solo per la sua condizione di donna”, spiega Mori. A farlo può essere anche l’Assemblea legislativa: la Commissione per la parità “è stata costituita solo di recente, e potrebbe sembrare strano in una Regione sempre attenta ai diritti civili come l’Emilia-Romagna- ricorda la presidente-, ma è la prima in Italia che non ha una semplice funzione consultiva ma può invece promuovere leggi e regolamenti, è un organismo molto potente nelle ambizioni e nelle prospettive”. E le donne potenti, con il diritto e le possibilità di realizzare i loro obiettivi, “possono visualizzare davanti a sé qualunque cosa vogliano”, assicura Mori.
E delle possibilità “rosa” è altrettanto convinta Sonia Masini, presidente della Provincia di Reggio Emilia: “Chissà se arriverà il giorno in cui finalmente prenderemo l’iniziativa – sostiene-, di Matilde di Canossa ad affascinare è proprio la forza, una forza che tutte le donne possiedono ma non sempre esprimono”. La presidente si dice sicura che “se Reggio Emilia è quello che è lo deve anche alle sue donne, che hanno lottato contro le dittature e costruito la democrazia”, il problema risiede nel fatto che “nulla è conquistato per sempre, ora non c’è più la consapevolezza che hanno avuto le generazioni passate – lamenta-, una volta ottenuti i diritti la coscienza civica si è affievolita”. Masini cita un esempio significativo sulle condizioni delle lavoratrici femminili: “Reggio Emilia aveva conquistato l’obiettivo del 60% dell’occupazione femminile previsto dal protocollo di Lisbona dell’Unione europea tre anni fa, ma ora la percentuale è scesa al 57% – ricorda-, mentre l’Unione europea chiede entro il 2020 il 75% di occupazione senza distinzione di genere, non bastano mai i successi passati”. È una richiesta per il bene comune quella di chi rivendica più pari opportunità: “Le donne libere liberano chi sta intorno a loro”, assicura la presidente della Provincia.
IN UN DVD DONNE REGGIANE ALLO SPECCHIO SULLE TRACCE DI MATILDE
Da Matilde di Canossa, capace nell’XI secolo di costringere un imperatore ad aspettare tre giorni e tre notti fuori dal suo portone con il capo cosparso di cenere, a Valentina, che nel 2008 insieme alle sue compagne di classe del liceo artistico Chierici ha raccolte 50 storie di donne “realizzatrici di sogni”, passando per Deanna Ferretti Veroni, che con la sua linea di moda partendo da un piccolo laboratorio artigianale nel 1964 è arrivata a collaborare con i più grandi marchi della moda mondiale: questa mattina Reggio Emilia, grazie al convegno “Donne&donne. Sulle tracce di Matile di Canossa” promosso dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, ha passato idealmente le consegne tra le sue donne, perché, come ricorda la presidente della Provincia Sonia Masini, “se Reggio Emilia è quello che è lo deve anche alle sue donne, che hanno lottato contro le dittature e costruito la democrazia”.
Le 50 storie di donne reggiane raccontate da “Generazioni di donne, cittadinanza e democrazia partecipativa”, il progetto realizzato dalla VF del Chierici dell’anno 2008-2009 e racchiuso poi in un dvd, parlano di “sogni, speranze, fatica ma soprattutto di forza”, riassume la consigliera regionale Roberta Mori, presidente della Commissione per la parità dell’Assemblea legislativa. Ed è proprio la forza del gentil sesso il tema ricorrente della mattinata, che ha visto la presenza di almeno 250 ragazzi del Chierici: lo evoca prima Mori, ricordando come “le donne potenti possono visualizzare davanti a sé qualunque cosa vogliano”, e lo riprende poi Masini, che sottolinea come “di Matilde di Canossa ad affascinare è proprio la forza, una forza che tutte le donne possiedono ma non sempre esprimono”.
Il compito di garantire ad ogni donna di poter mettere a fretto le sue potenzialità spetta alla Commissione per la parità, con “un impegno sul genere che è un impegno identitario, da portare avanti finché nel mondo c’è una sola donna penalizzata dal solo fatto di essere donna”, assicura Mori: se è vero che “la Commissione è stata costituita solo di recente, e potrebbe sembrare strano in una Regione sempre attenta ai diritti civili come l’Emilia-Romagna”, spiega Mori, d’altra parte “è la prima in Italia che non ha una semplice funzione consultiva ma può invece promuovere leggi e regolamenti, è un organismo molto potente nelle ambizioni e nelle prospettive”.
Sul maxi-schermo della sala scorrono prima le immagini delle grandi attiviste per i diritti della donne nella storia, da Rosa Parks a Wangari Maathai, contrapposte ai tanti esempi negativi di mercificazione della donna e in particolare del suo corpo, poi i volti e le parole delle 50 donne reggiane che hanno fatto da esempio per la realizzazione del progetto, dalla giornalista Lisa Bellocchi vice-caporedattore del Tgr Rai dell’Emilia-Romagna alla cantante, conduttrice e politica Iva Zanicchi.
Quando una delle studentesse, Valentina, presentando il progetto realizzato tre anni prima ringrazia l’Assemblea “per aver avuto l’occasione di conoscere testimonianze così importanti di fiducia e coraggio”, la presidente Mori ribalte le prospettive: “Nelle parole di questa studentessa trova un senso tutto l’impegno della Regione nei progetti di cittadinanza attiva- rimarca-, e in particolare in questo, che vuole che piantare un seme della consapevolezza della necessità di un protagonismo rosa positivo, di un senso di sorellanza”.