Presidio davanti al Municipio di Reggio Emilia, sede della Sala del Tricolore, “simbolo dell’unità nazionale”, questa sera per rivolgere un pensiero alla città di Brindisi e all’attentato all’Istituto Morvillo Falcone.
In piazza rappresentanti delle istituzioni e del consiglio comunale, parlamentari, sindacalisti, associazioni impegnate per le giornate della legalità, amministratori, autorità religiose e militari, sindaci dei diversi Comuni della provincia accorsi con la fascia, consiglieri regionali, insegnanti e studenti, rappresentanti dei partiti.
Hanno preso la parola per primo il sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci Graziano Delrio: “Vogliamo dedicare un pensiero a Melissa Bassi, la ragazza di 16 anni che ha perso la vita oggi nell’attentato di Brindisi ed esprimere vicinanza a Veronica e agli altri ragazzi feriti della scuola, alla città di Brindisi. Crediamo fortemente nella vita della città, nella cultura come balsamo, ma crediamo anche che sia importante fermarsi in momenti come questi, di lutto nazionale. Ci si può fermar davanti alla morte dei ragazzi. Per questo abbiamo sospeso tutte le iniziative di questa sera”.
“I nostri giovani sono le prime vittime di un Paese che fatica a reagire, per questo dobbiamo fare sentire loro che siamo loro accanto, che li accompagniamo in modo riservato, lasciando loro lo spazio in tutti i campi della vita comune”. “Oggi ho sentito diversi sindaci del Sud – ha continuato il presidente Anci – in questa stagione così difficile, ancora di più al Sud il lavoro e la scuola sono chimere ancora più difficile da raggiungere, e la criminalità organizzata e le mafie tolgono ancora di più la sicurezza e il futuro. Nella gravità di questo momento vogliamo dire che siamo vicino a questa gioventù, che siamo accanto. Non sappiamo chi abbia scelto questo terribile atto, di colpire la scuola e i ragazzi, oggi chiediamo che si faccia luce su questo fatto. L’offesa ai morti nelle stragi si ripete ogni giorno che non c’è verità. Oggi è come se morissero ancora Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta che mercoledì ricorderemo come città italiane a Capaci insieme al Presidente della Repubblica. Siamo qui a dire che ci sia uno Stato amico della comunità, che sappia esser vicino ai nostri cittadini, che sappia garantire e proteggere il futuro dei nostri giovani. La ferita e la sconfitta aperta oggi nella loro scuola, nella loro comunità, sia per questi giovani come un’occasione per ricominciare, che le istituzioni saranno unite e forti, che il nostro Paese non si arrenderà mai nel dare una risposta ferma a coloro che ci colpiscono nel cuore: nei nostri giovani”.
La presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini ha ricordato l’incredulità dei ragazzi riuniti per la settimana della legalità alla notizia dei fatti di Brindisi: “Dobbiamo interrogarci, perché in Italia continuano a succedere stragi? Il Paese deve trovare una unità nelle risposte, nella difesa della democrazia, dei valori della Costituzione. A volte ci dimentichiamo delle battaglie giuste per la politica quotidiana. Dobbiamo dirlo, che ci siamo, che non ci arrenderemo contro le mafie e contro il terrorismo”.
Il preside del Bus Pascal Marco Zambelli ha descritto l’angoscia provata dal mondo della scuola: “Angoscia per un fatto inconcepibile. Guardate, la scuola è per definizione un luogo pieno di vita. Pieno di difficoltà ma pieno di vita. Oggi c’era molto dolore e c’era anche rabbia. Abbiamo letto la lettera del ministro che giustamente dice che la rabbia oggi è legittima. Ma dopo la rabbia abbiamo parlato insieme. I ragazzi sono molto meglio di come vengono raccontati. Ora come adulti dobbiamo essere profondamente uniti. Se c’è una speranza di civiltà e di bellezza non può che venire altro che dalla scuola. Lì non c’è solo il futuro, c’è il nostro presente e la nostra vita”.
A concludere, la studentessa del liceo Moro Claudia Wildner, presidente della Consulta degli studenti: “Sì oggi abbiamo provato angoscia e rabbia, a pensare che quello che è successo a nostri coetanei, ragazzi come noi. Però vorrei dire ai nostri giovani di non perdere la speranza, perché se noi perdiamo la speranza, il nostro Paese perde il futuro”.