Il passato, il presente e un futuro pieno di speranza nell’Abruzzo colpito dal terremoto del 2009, raccolti in un film/documentario. Si svolgerà domenica 27 maggio 2012, alle ore 21.00, in Piazza Umberto I a Poviglio, la proiezione del documentario “Tra il bosco e la luce”, il lavoro di Massimo De Matteis e Alessandro Scillitani sul terremoto che ha sconvolto L’Aquila e i paesi circostanti. Un documentario complesso che racconta, attraverso tre diverse parti distinte, l’Abruzzo, la sua sofferenza e la sua grande voglia di rinascita.
Durante la serata interverranno Giammaria Manghi, Sindaco del Comune di Poviglio; Pierluigi Biondi, Sindaco del Comune di Villa Sant’Angelo (AQ), duramente colpito dal sisma, e Marte Iotti, Coordinatore regionale della Protezione Civile.
Chiuderà la serata il concerto dei Witko, con l’esecuzione dal vivo della colonna sonora del film: lo spettacolo ha lo scopo di raccogliere fondi da destinare al Comune di Villa Sant’Angelo (AQ) e alla sua frazione Tussillo, duramente colpiti dal terremoto abruzzese del 2009. Con i proventi derivanti dalla vendita del DVD, invece, si stanno raccogliendo fondi per l’acquisto di strumenti musicali da destinare al centro di aggregazione del comune aquilano.
Dalle 19.00, infine, Cena in Piazza con arrosticini abruzzesi: in caso di maltempo l’evento si svolgerà presso la Sala “Sergio Tagliavini” del Centro Kaleidos Via Bologna 1.
“Tra il bosco e la luce” – Breve presentazione
Immagini che raccontano un territorio aspro e gentile, duro ma accogliente, maestoso e selvaggio: “Tra il bosco e la luce” è un viaggio alla scoperta dei luoghi, delle ambientazioni, della storia e del costume di una terra che prima dell’evento del 6 Aprile 2009 era un posto come tanti, forse anche un po’ dimenticato e poco conosciuto ai più.
Nella prima delle tre parti in cui si articola il documentario, sembra di immergersi in un luogo incontaminato, arcaico, quasi preistorico, fatto di monti, laghi, ruscelli, un territorio narrato con poetica disinvoltura e nostalgico ricordo. Luoghi anacronistici, antichi, rurali che ormai non appartengono più alla nostra giovane memoria, ma che nel contempo raccontano parte di noi e ci fanno rammentare che proprio lì possiamo trovare le nostre radici e dove l’autore sicuramente trova le proprie.
La seconda parte racconta invece il terremoto che ha minato la robustezza di questo territorio e di queste persone.
Il 6 aprile 2009, quando l’onta della catastrofe ha seppellito ogni cosa. Con enfasi e pathos narrativo il documentario ci rimanda alla distruzione, alle macerie, al boato, alla tremenda confusione di quella notte
e di quell’ alba. E poi è vuoto di silenzio, abbandono, paura e lacrime. Si percepisce il nulla dopo la tragedia, lo sfacelo che incombe sulla terra e dentro agli animi delle persone, la paura di dover abbandonare la vita di prima all’improvviso, senza che rimanga più nulla delle proprie cose e dei propri affetti.
La terza e ultima parte è un inno alla gioia e alla felicità delle piccole cose che la gente del posto ha da sempre suscitato nell’autore. E’ uno spaccato di tradizioni, cultura, dialetti, convenzioni, usanze, credenze religiose e rapporti tra le persone che caratterizzato quel territorio così ben descritto nella prima parte. Si percepisce il legame simbiotico tra le montagne i fiumi e i laghi e queste persone, come due facce della stessa medaglia.
Il documentario ci lascia con la speranza della ricostruzione, ci infonde un senso di positività e di forza per guardare avanti, senza voler urlare denunce di alcun tipo, senza recriminazioni fine a se stesse, ma si conclude con l’auspicio di un ritorno a casa e a quelle tradizioni che appartengono a questi luoghi ed ai suoi abitanti.
….e come dice l’autore “ I vuoti si ricolmano ”.