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Reti di impresa, strumento per lo sviluppo

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La formula dei “contratti di rete” si sta rivelando vincente per tre motivi: permette di avviare collaborazioni su programmi condivisi, consente agli attori economici ed alla pubblica amministrazione di valutare le iniziative e dà la possibilità di mantenere quell’autonomia imprenditoriale che è tratto caratteristico delle piccole e medie imprese.

A tre anni dall’introduzione nell’ordinamento della disciplina specifica, il fenomeno “reti di imprese” in Emilia-Romagna “fattura” circa 940 milioni di euro e contribuisce con una quota del 7,4% ai 12,6 miliardi di euro di fatturato consolidato stimabili per le 305 reti (costituite da 1605 imprese) attive in 19 diverse regioni.

Attraverso il contratto di rete, le aziende che mettono in comune attività e risorse, al fine di diventare più innovative e competitive nel mercato: ecco perché il contratto di rete va considerato una leva strategica per affrontare la crisi, in quanto consente di concretizzare economie di scala e di specializzazione. E’ quanto emerso nel workshop “Crescere e competere con il contratto di rete” che ha concluso il progetto di Unioncamere Emilia-Romagna realizzato con la collaborazione delle Associazioni di categoria e con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum, nell’ambito dell’Accordo di Programma a livello nazionale stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale. Nel corso del progetto sono stati realizzati 19 studi di fattibilità e si è contributo alla sottoscrizione di cinque contratti di rete; altri sono in via di perfezionamento.

“La crisi si è sedimentata e ci ha consegnato un mondo nuovo dove la concorrenza è sempre più marcata, con attori, agili, agguerriti ed organizzati. – dichiara Carlo Alberto Roncarati, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – Il tessuto produttivo regionale, composto da piccole e medie imprese, può essere valorizzato ed aiutato ad affrontare la sfida competitiva attraverso strumenti come il contratto di rete in cui il sistema camerale ha creduto fin dall’inizio. Il compito delle Camere di commercio è di agevolare l’avvio di contratti di rete, ad esempio nella fase della costruzione, facendosi carico degli oneri di start up. E’ necessario – aggiunge Roncarati – continuare a lavorare insieme per rendere sempre più il contratto di rete strumento a misura di impresa, intervenendo nella semplificazione delle procedure e degli aspetti tributari, facilitando l’inclusione di imprese estere nelle reti e agevolando la partecipazione alle gare pubbliche come previsto dallo Statuto delle imprese”.

“Il progetto per la promozione dei contratti di rete del sistema camerale regionale ha trovato positivo riscontro tra le imprese –sottolinea il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Ugo Girardi – Lo strumento ha fatto registrare un notevole sviluppo. Nella graduatoria per regione l’Emilia-Romagna è al secondo posto dopo la Lombardia con 49 contratti stipulati dalle aziende, alla pari del Veneto. In prospettiva, si deve puntare -osserva Girardi – ad elevare la qualità e il respiro strategico dei programmi comuni sui quali dovranno sempre più registrarsi alleanze tra imprese che travalicano i confini amministrativi, proiettandosi oltre i confini regionali e nazionali: già oggi quasi un terzo dei contratti registrati presso le Camere di commercio aggregano imprese operanti in due o tre Regioni”.

Il progetto del sistema camerale è un punto di avvio per un monitoraggio che sarà orientato ad informare anche sulle esperienze di contratti di rete in altre regioni, in una logica sempre più allargata e flessibile che si sta rafforzando.

“Il contratto di rete va ulteriormente semplificato – ha sostenuto Romano Tiozzo, dirigente del Garante delle Micro e Pmi, Ministero dello Sviluppo Economico – attraverso l’utilizzo della firma digitale che è stata distribuita alle imprese. In questo modo si potrà consentire alle imprese di avere uno strumento ancora più flessibile ed adeguato alle loro esigenze, in modo tale da favorire anche le reti transnazionali e ridurre i costi”.

“La Regione Emilia-Romagna – ha ricordato l’assessore regionale alle attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli – si è impegnata sul tema attraverso lo strumento dei bandi che hanno avuto un notevole riscontro e premiano chi sta in rete. Non è più possibile fare quello che poteva essere fatto da soli. Occorre portare avanti una cultura di rete che permetta alle imprese anche di superare il confine nazionale, mantenendo il cuore e la testa della produzione sul territorio e all’estero altri segmenti di attività”.