Sono passati due mesi dal terremoto che ha colpito i territori dell’Emilia Romagna e dall’accordo sottoscritto tra le parti sociali e la Regione (25 Maggio) sugli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori dipendenti coinvolti dall’evento sismico.
Dopo la prima fase dell’emergenza i lavoratori coinvolti erano 36.000 (26.000 nel modenese, 2.400 nel reggiano, 1.100 nel bolognese, 6.500 nel ferrarese), collocati in circa 3.000 aziende, tra brevi e lunghe sospensioni.
Dopo 2 mesi sono ancora più di 1.500 le aziende inattive per un totale di 14.000 lavoratori.
Questi lavoratori sono dipendenti di aziende seriamente lesionate e/o distrutte e per la maggior parte collocate nell’area modenese e ferrarese, in tutti i settori compreso commercio e servizi.
A questo punto è evidente che l’accordo del 25 Maggio deve essere prorogato oltre i primi 90 giorni convenuti.
La proroga della cassa integrazione per evento sismico – che si somma ad una situazione già grave del sistema produttivo emiliano romagnolo che conferma i dati di crisi del 2011 -, oltre che dell’accordo regionale e delle risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia Romagna, ha bisogno di un intervento del Governo che deve alimentare in forma straordinaria il fondo degli ammortizzatori sociali.
La ricostruzione ed il futuro dell’Emilia Romagna passano anche dal sostegno al reddito dei lavoratori, già colpiti nei beni primari (casa, assistenza, servizi).
(Antonio Mattioli Responsabile politiche contrattuali Cgil Emilia Romagna)