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Carpi, dalla pena al servizio: lavori di pubblica utilità


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Giovedì 10 maggio 2012 è stata sottoscrita, presso il Tribunale di Modena, la Convenzione quadro – della durata di 2 anni e rinnovabile – per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità. Firmatari, da un lato, il Presidente del Tribunale di Modena Dr. Vittorio Zanichelli in rappresentanza del Ministero della Giustizia, dall’altro il Presidente della Fondazione Casa del Volontariato Lamberto Menozzi.

Da questa data si è dunque avviata la prima convenzione che, a Carpi, permette alle associazioni ospitate nel ‘condominio della solidarietà’ di via Peruzzi di accogliere persone condannate allo svolgimento del lavoro di pubblica utilità, consistente cioè nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività. La convenzione attualmente prevede, in via sperimentale, l’invio di un numero massimo di 5 condannati contemporaneamente, quantità che, successivamente e sulla base delle richieste, può essere suscettibile di aumento.

Sono già 10 gli Enti Ospitanti – associazioni ed altri soggetti del Terzo settore – che hanno deciso di aderire alla convenzione, delegando il Presidente Menozzi alla firma della Convenzione: USHAC (Unione Sportiva Handicap Carpi), ALICE (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale), Gruppo Parkinson Carpi, Cooperativa sociale Il mantello, UISP comitato provinciale, Università libera età Natalia Ginzburg, ANCESCAO (Coordinamento comunale centri sociali e orti), Cooperativa sociale S.C.A.I., CSI (Centro Sportivo Italiano) comitato di Carpi e Al di là del muro. Molto importante, l’adesione alla Convenzione è attuabile anche da parte di associazioni esterne alla Casa, purché situate nel territorio di Carpi, Novi e Soliera.

Questo fa sì che la FCV si candidi con forza a divenire la testa di ponte tramite la quale questo nuovo modo di avvicinare le persone alla galassia del volontariato e ai suoi principi, nonché di rendere sempre più diffusa la pratica di questo ‘modo alternativo’ di intendere la pena – non solo e non tanto come sanzione e/o punizione, ma soprattutto come opportunità educativa e compensativa – possa svilupparsi sempre più sul Territorio

Per iniziare il percorso il Giudice potrà applicare, su rieschiesta dell’imputato o se quest’ultimo non si oppone, la pena del lavoro di pubblica utilità. Questo tipo di sanzione trova applicazione pratica – principalmente ma non solo – per le più diffuse violazioni di due fattispecie di reato previste dal Codice della strada: guida sotto l’influenza dell’alcool e guida in stato di alterazione per l’uso di sostanze stupefacenti.

Il responsabile di tali violazioni potrà dunque prestare la propria attività, in maniera totalmente non retribuita – è esplicitamente fatto divieto di corrispondere una retribuzione in qualiasi forma per l’incarico svolto – presso una delle associazioni summenzionate. Il Giudice indica, nella sentenza, l’Ente, il luogo, la durata e le modalità di prestazione del lavoro di pubblica utilità.

Le attività che il lavoratore potrà svolgere in virtù della convenzione con la FCV consistono nel supporto: alle attività di accoglienza, ricezione, logistiche, segreteria e tecnico-organizzative; alle attività di raccolta fondi; alle attività svolte in favore degli utenti.

La FCV si presta quale necessario “collettore” tra i potenziali lavoratori di pubblica utilità e le associazioni aderenti alla convenzione. A tele riguardo la Fondazione ha nominato un Tutor del Progetto, individuato nella dott.ssa Nadia Bonamici, psicologa, con il compito preventivo di supporto e consulenza nella scelta dell’associazione ospitante nonché di coordinamento e supervisione del Progetto. Compito principale dell’Ente Ospitante, attraverso un proprio Coordinatore, è quello di accogliere ed accompagnare il condannato durante l’espletamento della sua attività all’interno dell’associazione: in questo delicato compito potrà appunto contare sul supporto del Tutor messo a disposizione della FCV.

Se il condannato violasse eventualmente qualcuno dei suoi compiti – ad esempio con assenze o abbandoni ingiustificati, rifiuto di prestare un’attività per la quale si è stati incaricati – il Coordinatore dell’Ente Ospitante, tramite il supporto del Tutor e della FCV, avrà l’obbligo di informare quanto prima il Tribunale affinchè prenda i provvedimenti necessari, finanche revocando la misura sostitutiva, ripristinando la pena principale e quelle accessorie.

L’Ente Ospitante si impegna poi a informare il lavoratore di pubblica utilità in merito ai rischi individuali e alle misure di sicurezza adottate, oltre che a fornirgli la copertura assicurativa contro gli infortuni e le malattie e quella da responsabilità civile verso terzi.

Ad oggi sono già 3 i lavoratori di pubblica utilità in forza agli enti operanti nella FCV – seguiti da tre differenti legali – inviati presso altrettante associazioni. Il primo, che rappresenta il vero e proprio ‘progetto pilota’, è assistito dall’Avvocato Massimiliano Mariani, e sta già svolgendo da qualche settimana il suo incarico presso la Coop. S.C.A.I, primo Ente Ospitante ad aver segnalato la propria disponiblità. A questi si aggiungono altre due persone, le quali hanno espresso, tramite i propri legali, il desiderio di iniziare questa esperienza.

La FCV, conscia dell’importanza sociale ed educativa del progetto, ne intravvede le indubbie potenzialità di crescita e sviluppo, sicura non solo che presto altri cittadini arriveranno a svolgere il loro servizio, venendo a contatto con una realtà ‘formatrice’ come quella del Terzo Settore, ma anche che numerose altre associazioni aderiranno al progetto.