“Ci uniamo alle preoccupazione della Cgil rispetto alla nomina di Enrico Sangermano a direttore dell’Agenzia delle Entrare Emilia-Romagna. Condividiamo il punto di vista del sindacato che trova quantomeno inopportuno che si nomini per questo incarico una persona indagata per corruzione, peculato e truffa aggravata”. Questo il commento della sezione emiliano-romagnola di Libera, che unisce associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
“Crediamo fortemente anche noi che la trasparenza e l’integrità dei rappresentanti delle istituzioni passi per la possibilità di lavorare liberamente, senza ricatti, condizione fondamentale inoltre per la crescita sana di questo paese. Chiediamo quindi che si faccia un passo indietro, rispetto alla nomina appena fatta, per consentire alla magistratura di fare il proprio lavoro e a Sangermano di difendersi dalle accuse”.
Napoletano, 48 anni, Enrico Sangermano è stato nominato direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna dal primo luglio 2012. Prima di questa esperienza è stato Direttore regionale della Campania. A Bologna ha già ricoperto, nel 1997, l’incarico di direzione dell’ufficio delle Entrate Bologna 2, dopo il quale è andato a capo del fisco nelle Marche, per approdare, alla fine del 2008 in Campania. La sua iscrizione nel registro degli indagati arriva alla vigilia del suo trasferimento in Emilia-Romagna, in una costola dell’inchiesta sul gruppo imprenditoriale Ragosta. Indagini che a marzo avevano già portato in carcere 22 persone e 25 ai domiciliari. Le accuse sono state formulate dai pm della Procura di Napoli Francesco Curcio, Alessandro Milita e Ida Teresi.