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Pollastri (PdL) in merito alla protesta dei farmacisti contro la Spending Review

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Un appello alla Regione “Affinchè venga incontro alle richieste dei farmacisti ed eviti la chiusura delle farmacie nei territori marginali, di provincia e di montagna”: a lanciarlo, all’indomani della protesta contro i tagli al settore farmaceutico contenuti nella “Spending Review”, è il Consigliere Regionale Andrea Pollastri.

L’azzurro ha infatti presentato il Progetto di Legge “Norme in materia di indennità di residenza e di contributo aggiuntivo alle farmacie rurali”: “Le farmacie – ha detto – svolgono un importante compito di presidio sanitario del territorio fornendo medicinali, ed offrendo un supporto di consulenza da parte di personale competente e qualificato, questo compito è tanto più importante nei territori montani e rurali dove la popolazione, prevalentemente anziana, necessita un punto fermo per quanto riguarda la cura.”

“Va da sé – ha proseguito – che in questi contesti il farmacista è molto di più di un semplice “erogatore di medicinali”: egli offre consulenze, dà consigli, fornisce servizi personalizzati, talvolta anche a domicilio, compie eventuali interventi di primo soccorso.

A questa importanza sociale, cui si uniscono grandi responsabilità e flessibilità, anche in termini di orari di servizio, non corrisponde, però, un adeguato ritorno economico: anzi spesso le farmacie rurali hanno fatturati che consentono a mala pena di non perderci”.

“A loro sostegno – ha affermato ancora – la Legge n. 221 del 1968 ha stabilito che le farmacie ubicate in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore ai 3.000 abitanti, hanno diritto a ricevere un’indennità di residenza dallo Stato per un massimo di circa 500,00 euro (nel caso di popolazione inferiore ai 1.000 abitanti). La legge stabilisce anche che le Regioni abbiano la facoltà di conferire un contributo aggiuntivo.

Le Marche e la Lombardia avevano previsto, con proprie leggi, un’indennità “una tantum” in base al numero degli abitanti del paese di riferimento, mentre l’Emilia-Romagna un sistema legato al reddito talmente complesso che, sino ad ora, non ha consentito a nessuna farmacia rurale di percepire il contributo”.

“I rischi di tagli alla Sanità contenuti nella “Spending Review” – ha proseguito – si potrebbero riverberare anche sul settore farmaceutico e, se la norma non cambierà, gli effetti si vedranno proprio sulle farmacie con minor reddito, ossia quelle rurali, soprattutto di montagna: invito pertanto la Regione ad intervenire urgentemente, prevedendo nuovi sistemi di aiuto, come quelli contenuti nel Progetto di Legge presentato e, tramite l’azione in sede nazionale del Presidente Errani, per sollecitare il Governo ad avere più attenzione in tal senso”.

Il Progetto di Legge mira ad introdurre, anche nella nostra Regione, un sistema di rimborsi standard simile a quello in vigore nelle Marche e in Lombardia, basato, però, non sul numero di abitanti ma sulle fasce di reddito in modo che vegano davvero sostenute le farmacie dei territori marginali che, a causa della scarsa utenza, hanno fatturati più bassi. L’erogazione del contributo spetterà direttamente all’ASL di riferimento e sarà più alto in caso che il titolare sia giovane.

Esso recepisce altresì l’importante opportunità offerta dai Decreti del Ministero della Salute del 16 dicembre 2010 che consente di erogare, presso le farmacie, servizi infermieristici e fisioterapici, quali l’effettuazione di medicazioni e di iniezioni, la predisposizione di cure riabilitative e l’esecuzione di terapie motorie, psico-motorie e cognitive. Queste attività alternative, la cui regolamentazione spetta alle Regioni, praticate da professionisti riconosciuti, risultano essere tanto più utili in contesti laddove i servizi sanitari risultano essere lontani o difficili da raggiungere, specie dalla popolazione anziana.