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Dirigenza regionale. Premi produttività dei direttori generali ridotti nel 2012 del 15%

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La Regione taglia del 15% i premi di produttività dei direttori generali e avvia il percorso di riforma del sistema di valutazione delle prestazioni di tutta la dirigenza.

Lunedì scorso la Giunta regionale ha approvato la delibera che riduce l’entità della produttività dei direttori generali e fissa le linee di indirizzo generali per la definizione – in un atto che sarà presentato a ottobre – dei nuovi criteri di valutazione per tutti i dirigenti.

“Sono novità importanti – sottolinea l’assessore regionale allo sviluppo delle risorse umane e organizzazione Donatella Bortolazzi – che arrivano dopo aver considerato la particolare, difficile situazione nazionale e internazionale e il peggioramento delle condizioni economico-finanziarie dell’Italia e della regione Emilia-Romagna”.

Per quanto riguarda i direttori generali, in particolare, la Giunta ha operato in sostanza un taglio duplice: la riduzione generalizzata del 15% dell’ammontare delle retribuzioni premianti assegnate va, infatti, ad incidere su un importo che risulterà complessivamente ridotto rispetto al 2011. Questo perché a tutti i direttori generali, anche in caso di riconoscimento del livello di eccellenza nella valutazione, non sarà assegnato il tetto massimo del premio (pari al 25% di incremento della retribuzione annua) bensì una percentuale che va dal 18 al 22%.

La delibera regionale, inoltre, definisce i tre criteri del nuovo sistema di valutazione dei direttori generali, che saranno utilizzati già a partire dal 2012 e che serviranno come riferimento per innovare il sistema di valutazione complessivo della dirigenza regionale.

Il nuovo sistema sarà definito in successive delibere attuative che dovranno collegare le valutazioni sia a “parametri relativi alla realtà economico-sociale del territorio regionale”, sia all’“andamento organizzativo e finanziario della Regione” con una particolare attenzione a specifici obiettivi di tipo trasversale e intersettoriale, sia al ruolo svolto “come cerniera organizzativa tra la funzione politica e quella tecnica”.