Home Carpi Riattivata da ieri al Ramazzini di Carpi anche la pediatria

Riattivata da ieri al Ramazzini di Carpi anche la pediatria


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“Sino ad oggi, in tutta l’Area Nord, è stato svolto un lavoro davvero imponente che da settimane sta coinvolgendo centinaia di persone. Per dare un’idea di tutto ciò, basti dire che dal 20 maggio scorso per il recupero, la messa in sicurezza e il progressivo ripristino delle attività sono state impiegate più di 60mila ore di lavoro dei tecnici, alle quali si aggiungono quelle del personale sanitario. Si è fatto molto, e i segnali concreti che evidenziano come nelle zone colpite dal terremoto si stia tornando alla normalità, sono diversi. Siamo tuttavia consapevoli che i disagi e le difficoltà, sia per i cittadini che per gli operatori, sono ancora molte. Continueremo quindi a lavorare con la stessa determinazione. L’obiettivo dei primi giorni rimane immutato: desideriamo tornare a offrire un’assistenza adeguata nel minor tempo possibile, in condizioni di piena sicurezza.” Sono queste le parole con le quali Guido Pedrazzini, direttore sanitario dell’Azienda Usl di Modena, ha scelto di aprire l’incontro tenutosi oggi, 28 agosto, a Carpi, presso l’Ospedale Ramazzini, per “fare il punto” sui servizi sanitari dell’Area Nord, partendo dal nosocomio di Via Molinari che, essendo il meno danneggiato, ha avuto la possibilità di riattivare una serie di servizi e reparti all’interno della struttura in tempi più brevi rispetto agli altri due ospedali più seriamente colpiti di Mirandola e Finale Emilia.

L’ultima riattivazione è proprio di ieri (27 agosto) e riguarda il reparto di Pediatria. A metà della scorsa settimana era stata la volta di Cardiologia, con quindici letti tre dei quali dedicati all’Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTIC). Per quanto riguarda Ostetricia la riattivazione di 18 posti letto (su 22 totali) è prevista per domani, mercoledì 29 agosto. In questo modo il punto nascita di Carpi tornerà ad essere attivo, e dopo tre mesi di fermo “forzato”, si sentirà nuovamente il benaugurante vagito dei neonati.

Ma non si deve assolutamente dimenticare che molte attività, anche se svolte spesso in condizioni difficili, non sono praticamente mai state interrotte. Senza soluzione di continuità, grazie all’immediato allestimento del Punto Medico Avanzato (PMA), è stata gestita l’emergenza acuta, sempre in stretto coordinamento con gli altri punti della rete sanitaria provinciale. Successivamente, e solo a seguito dei rigorosi controlli dei tecnici e di esperti strutturisti, sono stati riattivati una serie di servizi. Il Pronto Soccorso, che oggi registra una media di circa cento accessi al giorno, ha ripreso le proprie attività all’interno dell’ospedale già durante la prima settimana di luglio. Nello stesso periodo sono tornati in attività la Radiologia tradizionale, la diagnostica ecografica, gli ambulatori di Ostetricia e quelli della Pediatria. Hanno inoltre ripreso la loro normale funzionalità gli ambulatori di Cardiologia, Otorinolaringoiatria, Vestibologia, Oculistica, servizio diabetologico e l’ambulatorio demenze. A fine giugno era invece stata riattivata la Dialisi (11 letti su 3 turni). Per quanto riguarda i pazienti oncologici è importante ricordare che, nonostante il Day Hospital sia potuto tornare in funzione solo a partire dalla fine di luglio, l’assistenza ai pazienti non è mai stata interrotta, garantendo ai malati continuità assistenziale sin dai primi giorni. Inizialmente grazie alla collaborazione con l’Ospedale di Sassuolo e quindi con la progressiva riapertura dell’Unità Operativa di Carpi, che ad oggi, serve l’intera Area Nord.

In piena funzione sono tornati anche i Poliambulatorii del Ramazzini che ospitano le attività ambulatoriali specialistiche, tra cui quelli di Medicina riabilitativa, Urologia, Endocrinologia, l’ambulatorio per le stomie, la Chirurgia generale, Dermatologia, Odontoiatria, Allergologia, Pneumologia e Neurologia, con attività strumentali come gli elettroencefalogrammi. Anche il Poliambulatorio 2 è stato riattivato e ospita ad oggi al piano terra il punto prelievi (oltre 100 accessi al giorno). Da fine luglio sono attive anche le funzioni sia ambulatoriali che di degenza presso la palazzina del Dipartimento di Salute Mentale adiacente all’Ospedale.

“Tutto questo è il risultato di un lavoro collettivo che ha visto impegnati tecnici e operatori sanitari in uno sforzo comune per riprendere le attività, sul territorio e all’interno dell’Ospedale, garantendo la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria, sia ai pazienti sia agli operatori” hanno sottolineato Teresa Pesi e Claudio Vagnini, rispettivamente direttore sanitario del Ramazzini e direttore del distretto carpigiano.

Rispetto alle prossime scadenze che riguardano il Ramazzini, va segnalato che la Tac sarà riattivata a partire dai primi giorni di settembre. A partire dalla fine del mese di ottobre nel corpo 6 dell’ospedale saranno nuovamente funzionanti 4 sale operatorie (delle 6 complessive) e, conseguentemente, anche le degenze legate all’Area chirurgica e la Rianimazione. Il 3 settembre è invece previsto il rientro dell’Area Medica Nord (ovvero il reparto di Medicina di Carpi e Mirandola) e della Neurologia all’interno del corpo 4 del Ramazzini.

Durante l’incontro non si però parlato solo di Carpi. “Stiamo lavorando con la stessa determinazione anche nel distretto di Mirandola per restituire ai nostri colleghi strutture perfettamente agibili. Occorre tuttavia ricordare che ci sono significative differenze tra i problemi al Ramazzini, dove non si è registrato alcun danno strutturale, e quelli che hanno interessato gli Ospedali di Mirandola e Finale, differenza che è alla base dei diversi tempi di riattivazione” ha spiegato l’ingegner Giovanni Ferrara direttore dell’Ufficio Tecnico dell’Azienda Usl di Modena, che segue in prima persona l’avanzamento dei lavori. Proseguendo nel suo intervento, l’ingegnere ha chiarito che i danni al Ramazzini hanno interessato principalmente le discontinuità fra i diversi corpi edilizi realizzati in epoche successive, mentre a Mirandola i danni, pur non costituendo dissesti strutturali gravi, hanno comportato una maggiore incidenza e diffusione di lesioni ad elementi non strutturali, ai rivestimenti e alle finiture.

A riassumere l’attuale situazione dei servizi sanitari nel distretto di Mirandola, area alla quale comunque sarà dedicato un prossimo incontro specifico di approfondimento, sono stati il direttore degli Ospedali di Mirandola e Finale Andrea Donati e il direttore del distretto Mauro Meschieri. A loro è spettato il compito di ricordare quello che è lo “stato dell’arte”.

Oggi il Santa Maria Bianca può mettere a disposizione dei pazienti, oltre alle attività di prima emergenza, supportate da una funzione di Radiologia tradizionale ed ecografica, gli ambulatori di Odontoiatria, Oculistica, Pediatria, Ginecologia e Ostetricia, Cardiologia, Pneumologia, Chirurgia Ortopedia e Diabetologia, Fisiatria, Endocrinologia, Dermatologia e Reumatologia. È inoltre attivo un ambulatorio chirurgico per far fronte a piccoli interventi di ortopedia, chirurgia e ginecologia, oltre a una sala gessi e alla palestra di riabilitazione. Sono attivi anche il Centro prelievi e il CUP, ancora collocati temporaneamente presso le camere ardenti. Dalla fine di luglio, inoltre, è stata rimessa in funzione la TAC; mentre per la Risonanza Magnetica è prevista la riattivazione nella seconda meta di ottobre. La Dialisi è stata riattivata (9 letti su 2 turni) dalla settimana del 6 agosto. A partire dalla prima metà di settembre potranno essere riattivate anche parte delle funzioni del corpo 2, che ospiterà la fisioterapia e parte del poliambulatorio. Tra le prossime scadenze la riattivazione del Day Hospital oncologico che sarà nuovamente operativo entro la metà del mese di settembre, seppure in una sede diversa da quella precedente. A seguire, nel mese di ottobre, sarà disponibile anche la restante parte del corpo di fabbrica 2 che accoglieva la sala operatoria, le degenze e gli ambulatori dell’area materno-infantile. Inoltre, sarà riattivata la degenza medica – lungodegenza e acuti – entro i primi 15 giorni di ottobre.

Con riferimento all’Ospedale di Finale Emilia inserito in un area urbana ‘critica’ ancora sottoposta a restrizioni, non è ancora possibile avere un bilancio completo dei danni riportati dalla struttura che, comunque, è stata seriamente danneggiata nella parte più antica. Il PMA, inizialmente collocato presso il campo di accoglienza del centro sportivo (dapprima in tenda e successivamente in modulo prefabbricato), troverà a breve collocazione in prossimità dei container posizionati in via del Cimitero dove ha già trovato collocazione anche il centro prelievi. L’Azienda prevede di riattivare almeno la parte più moderna dell’edificio entro il prossimo mese di ottobre, per ridare prima della stagione fredda una sede adeguata alle attività poliambulatoriali, per il momento ospitate ancora nei containers.

Per sottolineare il forte spirito di collaborazione che anima il lavoro di tutti i professionisti dell’area nord, all’incontro hanno partecipato molti dei protagonisti della ripresa delle attività. A loro e più in generale a tutti i collaboratori, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai farmacisti del territorio e a volontari va il ringraziamento dell’intera Azienda.