“L’esperienza insegna che non sono certo gli attestati Soa a impedire le infiltrazioni mafiose. L’accanimento sulle certificazioni è sinonimo di burocrazia. Spiace che l’Assemblea, oggi, abbia fatto vincere la burocrazia, sacrificando le proposte concrete da noi avanzate: una banca dati regionale della trasparenza per le imprese della ricostruzione, il potenziamento dei controlli, la tracciabilità dei pagamenti”. Così i consiglieri del il gruppo regionale del Carroccio Manfredini, Bernardini, Cavalli, Corradi, dopo la bocciatura dell’aula della propria proposta anti-burocrazia per le imprese della ricostruzione post-sisma.
“La Regione ha perso un’occasione – dicono i consiglieri della Lega Nord – per alleggerire di carta le nostre imprese e per far lavorare alla ricostruzione anche le piccole imprese locali. La pretesa dell’attestato Soa per lavori oltre i 150mila euro ha come unico effetto quello di spaccare il settore, oggi diviso sul provvedimento tra Cna e Lapam da una parte e le realtà di maggiori dimensioni di Confindustria e Apmi. Non solo. Se l’assessore Muzzarelli ha precisato che non saranno a rischio i contributi per le imprese non attestate che hanno già iniziato i lavori, è anche vero che tanti interventi prossimi alla partenza saranno dirottati su aziende certificate, con l’uscita di scena delle piccole imprese, che rappresentano il tessuto economico dei territori terremotati. La Regione dimostra di essere come un antieroe robinhoodiano: toglie ai poveri per dare ai ricchi”.