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Prima rata Imu a Reggio Emilia: ecco com’è andata. L’appello della Cisl per le fasce più deboli

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E’ di circa 18 milioni di euro, il gettito della prima rata dell’Imu per il comune di Reggio Emilia. Ma cosa c’è dietro questi numeri? Quanti immobili? Quanti seconde case? Come ha pesato sulle famiglie?

Il Caf della Cisl di Reggio Emilia ha voluto prendere in esame i dati, che hanno ovviamente una valenza provinciale e non comunale, emersi dalle migliaia di pratiche fatte presso i propri uffici.

Secondo questi dati l’importo medio della rata sulla prima casa è di 77,72 euro, contro gli 84 euro nazionali. Per gli altri immobili, invece, la rata media reggiana è più alta di quella nazionale: 193,08 euro contro una media nazionale di 161.

Restringendo il campo all’Emilia Romagna, si registra uno scostamento consistente con Bologna i cui valori medi sono di 113,58 euro sulla prima casa e di 234,02euro sugli altri immobili. Allineate con la Provincia di Reggio sono le imposte medie registrate nelle vicine Modena (77,22 euro e 193,03 euro), Parma (83,79 euro e 208,79 euro) e Piacenza (74,28 euro e 180,01euro), mentre sono tendenzialmente più alte le imposte registrate in Romagna e sulle città rivierasche con Ferrara che ha il dato medio più elevato sulla prima casa con 104,86 euro e 190,03euro sugli altri immobili, seguita da Ravenna (93,28 euro e 206,99 euro), Forlì Cesena (86,74 euro e 204,23 euro) Rimini (82,68 euro e 205,47 euro).

Altro dato interessante è l’incidenza delle detrazioni per i figli conviventi: il 57,36% del nostro campione non ne ha, mentre il 14,18% ne ha 1, il 22,29% 2, il 6,17% 3 o più figli conviventi. Rispetto all’andamento dell’imposta abbiamo che i contribuenti senza figli conviventi hanno pagato mediamente un’imposta di 91,94 euro, quelli con 1 figlio 61,63 euro, quelli con 2 figli 55,29 euro, quelli con tre o più figli conviventi 63,30 euro. Infine, il 98,82% dei reggiani ha scelto di pagare l’Imu in due rate, e solo l’1,18% ha optato per le tre rate.

“Di fatto – è la segretaria della Cisl, Margherita Salvioli Mariani a parlare – si pone ora la necessità di riavviare il confronto con i Comuni, a partire da quello di Reggio Emilia, per esaminare i problemi aperti e le situazioni di maggiore criticità, al fine di apportare le correzioni necessarie. L’obiettivo comune deve essere quello di giungere ad intese che salvaguardino le fasce più deboli: coloro che sono colpiti dalla crisi economica con la perdita totale o parziale del lavoro ed i pensionati che ricevono pensioni al minimo”.