Home Letteratura “Storie di Doping”, domani la presentazione alla Festa PD di Modena

“Storie di Doping”, domani la presentazione alla Festa PD di Modena

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Mercoledì 12 settembre ore 21.30 presso lo Spazio Libreria della festa PD di Modena (Ponte Alto) BUK presenta: “Storie di doping” di e con Raffaele Candini e Gustavo Savino con una prefazione di Alessandro Donati. Modera Jonathan Sisco. Introduzione del Dott. Ferdinando Tripi, direttore della Medicina dello Sport dell’A.U.S.L. di Modena e del Centro Regionale Antidoping. Lettura di estratti dalla voce recitante di Lorenzo Sentimenti.

Questo libro racconta sei storie di persone normali che hanno avuto problemi di doping. Sei storie vere di sportivi non professionisti che assumendo droghe, sostanze nocive e farmaci deviati si sono rovinati la salute fisica e psicologica solo per seguire il miraggio dei loro muscoli o per coltivare un sogno di vittoria in gare di provincia. Questi sei non sono morti, ma a un certo punto si sono sentiti molto male, hanno avuto la sensazione di essere davvero in pericolo e sull’onda della paura si sono rivolti al numero verde del “Telefono Pulito” (800.170.001) che dal 2002 è a disposizione di tutti gli sportivi che si sentono minacciati dal doping. Sembra strano, ma il doping è anche questo. Anzi, spesso è proprio fra le centinaia di migliaia di sportivi amatoriali e dilettanti o fra i tenaci agonisti delle categorie over che serpeggiano i rischi peggiori e più sottili, gli abusi più inutili e nocivi. La realtà è che un giovane fotomodello, un avvocato scacchista, un commercialista bravo a golf e tanti altri anonimi personaggi come loro, anziché godersi le loro passioni sportive, possono diventare i protagonisti involontari di queste storie inquietanti, fatte di intossicazioni e di disfunzioni sessuali, di malesseri e di terribili effetti collaterali. Qualcuno si chiederà se questi sono solo pochi casi eccezionali o se davvero anche i non professionisti si fanno sedurre dagli stimolanti, dagli ormoni e dalle droghe. Le seimila chiamate ricevute dal “Telefono Pulito” in questi anni, di cui queste sei storie rappresentano una parte infinitesima, stanno lì a dimostrare non solo le preoccupanti dimensioni del problema ma soprattutto che l’unica strada per risolverlo sta nel diffondere tutte le informazioni e le conoscenze necessarie per rendere gli sportivi consapevoli dei danni a cui si espongono e convincerli a dire no prima di rischiare. È anche questo un modo, in fondo, per riconoscere allo sport tutto il suo valore educativo e culturale.