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Energia, Delrio: “positivo progetto Governo su grande Edipower. No a grande utility del Nord”

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Approvvigionamento energetico, grande multiutility del Nord, raccolta differenziata dei rifiuti e inceneritore di Parma, acqua pubblica e scelte del governo in materia di efficienza energetica sono i temi principali trattati ieri sera a Festa Reggio dal sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci Graziano Delrio, nel dibattito sul Ruolo delle multiutility nel futuro dei servizi pubblici locali. Un incontro a cui hanno preso parte anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti e di Piacenza, Paolo Dosi. Con Reggio, Parma e Piacenza rappresentano i soci pubblici emiliani principali di Iren.

NON CONVINCE UNA GRANDE MULTIUTILITY DEL NORD – Sull’ipotesi di una nuova grande multiutility del Nord, Delrio ha detto che “adesso Iren deve soprattutto stabilizzare il percorso di fusione tra ex municipalizzate che l’ha costituita: siamo freschi di fusione, stiamo uscendo da un periodo di grandi investimenti, dobbiamo stabilizzare i bilanci e lavorare molto sui territori. Non vedo la realizzazione della grande multiutility del Nord in una prospettiva breve. L’idea di fondo, condivisa da Torino e Genova (altri soci pubblici di Iren, ex Iride, ndr), resta che l’azienda è un patrimonio dei territori, prima di tutto perché è un’azienda a maggioranza pubblica.

Riteniamo che le aziende pubbliche e a maggioranza pubblica abbiamo un significato, queste aziende sono un’evoluzione delle aziende storiche nate dai nostri territori. Le aziende pubbliche nacquero per le stesse ragioni che oggi impegnano i sindaci: buoni servizi, al minor prezzo possibile, cioè non strozzati da un mercato che segue logiche eminentemente di profitto. Quando Camillo Prampolini a Reggio Emilia inventò le Farmacie comunali riunite oltre cent’anni fa, non pensò a un modello in house o non in house, pubblico o pubblico-privato, pensò semplicemente al fatto che vi erano persone povere che non potevano avere medicine, perché non potevano permettersele, e decise di fondare le Farmacie comunali, in grado di rispondere ai bisogni delle persone. Così nascono le municipalizzate, questo resta il nostro obiettivo”.

CONVINCE UNA SOCIETÀ PER L’ENERGIA – “Non sono favorevole – ha sottolineato il sindaco Delrio – a una grande fusione tra utility del Nord in questo momento, perché penso che ogni settore, che riguardi direttamente i nostri cittadini, abbia regolazioni particolari. L’approvvigionamento di energia, ad esempio, a differenza di altri servizi come rifiuti e acqua, necessità di dimensioni societarie grandi, perché il prezzo dell’energia non lo decidono Iren o i sindaci dei Comuni azionisti, ma una Authority, e perché più un’azienda è grande, nel caso dell’energia, più facilmente si può stare sul mercato con vantaggi per i cittadini. Serve quindi un dimensionamento grande, per il settore energetico. In questo senso, credo che il progetto del Governo, cioè fare una grande Edipower in cui sono coinvolte le municipalizzate, in alternativa a Enel e a servizio delle stesse municipalizzate per acquistare energia a costi migliori, fornirla a prezzi più accessibili e distribuirla in modo più efficace, sia un progetto interessante. Per questo abbiamo detto di essere disponibili a diminuire la nostra quota in società (Edipower), lasciando che entrino altre municipalizzate.

Credo comunque che Iren debba avere un Ramo energetico, per poter investire adeguatamente sul fotovoltaico, sull’efficientamento energetico degli edifici, per creare una frontiera di autosufficienza energetica nella prospettiva delle nostre comunità”.

RIFIUTI E RACCOLTA DIFFERENZIATA – Lo smaltimento dei rifiuti, invece, ha bisogno di dimensioni grandi o piccole? “L’autosufficienza provinciale su questo punto – ha proseguito Delrio – portava a costruire 10 inceneritori in 10 province e sarebbe stato un errore. Lo abbiamo dimostrato: oggi i dati ci danno ragione. Oggi sappiamo che gli inceneritori presenti sul territorio emiliano-romagnolo sono addirittura in overcapacity, in sovrofferta rispetto alla reale domanda di smaltimento dei nostri territori. Perché nel frattempo abbiamo avviato politiche di raccolta differenziata ‘porta a porta’, con investimenti forti da parte del Comune, cioè dei cittadini. Ora a Reggio, e in provincia grazie al lavoro fatto dall’assessore Mirko Tutino in Provincia, siamo riusciti a cambiare anche la tariffazione: si paga di più se si smaltisce di più e si paga di meno se si differenzia di più. Siamo riusciti gradualmente ad attuare una politica dei rifiuti che ha portato Reggio a un’autosufficienza responsabile di gestione dei rifiuti e la sua quota di residuo è facilmente collocabile anche in un inceneritore non reggiano. Per questo abbiamo scelto di non fare un nuovo inceneritore a Reggio, ma di realizzare l’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb).

Chiediamoci se migliorerebbe la qualità e l’efficienza della raccolta avere una grande multiutility del Nord sui rifiuti. Preferisco piuttosto avere buoni investimenti nell’acqua, su una raccolta differenziata e un trattamento innovativo dei rifiuti, buone politiche di innovazione, piuttosto che avere un milione di euro in più di dividendo, perché quegli investimenti e servizi su differenziata e qualità dell’acqua rendono molto di più. Nell’ultimo decennio, a Reggio abbiamo lavorato in modo graduale e costante su questi punti e i risultati ci sono stati”.

IL NUOVO INCENERITORE DI PARMA – “Che l’incenerimento dei rifiuti non sia la soluzione dei problemi, come per troppo tempo ci hanno detto, lo sappiamo e ci crediamo, tanto è vero che a Reggio abbiamo rinunciato all’inceneritore – ha ribadito Delrio – La strada della gestione corretta dei rifiuti è potenziare la differenziata e ridurre la quantità dei rifiuti prodotti.

L’inceneritore di Parma è stato una scelta degli enti locali parmensi. E’ una scelta che riguarda loro. Chiaro che l’inceneritore è praticamente finito e quindi se i Comuni parmensi decideranno diversamente, cioè di rinunciarvi, dovranno trovare il modo di coprire le spese di investimento che sono state fatte da Iren e richieste dagli stessi enti locali. L’inceneritore di Parma, per intenderci, è un problema di Parma, dato che sono stati gli amministratori di Parma ad aver scelto di realizzare l’inceneritore. I Comuni della provincia di Parma e la stessa Provincia di Parma hanno stipulato un accordo di programma con l’azienda e hanno chiesto all’azienda di costruire l’impianto di incenerimento, perché erano da anni senza impiantistica. Se questi enti ora hanno cambiato idea, devono trovare il modo di indennizzare l’azienda degli investimenti che loro hanno chiesto all’azienda di attuare. Il problema creato non può essere fatto pagare alle altre comunità”.

“Iren ha compiuto in questi ultimi anni – ha proseguito Delrio – 2,5 miliardi di euro di investimenti per i territori: il teleriscaldamento a Torino, il rigassificatore a Livorno e appunto l’inceneritore con le opere di compensazione a Parma, su committenza pubblica, non perché glielo ha ordinato un fondo di investimento straniero o un finanziere. Sono pienamente disponibile a valutare e sostenere tutte le soluzioni possibili, però quello dell’inceneritore di Parma è un punto sul quale non possiamo esimerci di confrontarci.

Se il Comune di Parma non vuole servirsi del nuovo inceneritore, perché legittimamente vuole creare un’azienda in house che gestisce i suoi rifiuti, certo può farlo. L’importante è che non si pensi che i 190 milioni di euro investiti per l’inceneritore ricadano su tutte le altre comunità: così non funziona. Difendo pienamente il fatto che un sindaco possa fare le sue scelte. Se sul tema inceneritore il sindaco di Parma si farà venire buone idee, che non danneggiano gli altri territori e comunità, non avremo nessun problema”.

I RIFIUTI DI PARMA – “I rifiuti di Parma non verranno a Reggio, né quelli di Reggio andranno a Parma – ha aggiunto Delrio – Abbiamo dato una solidarietà territoriale per tanti anni, mi pare impossibile continuarla, fra l’altro le discariche reggiane sono in esaurimento. Il nostro atteggiamento è stato responsabile e attento verso le difficoltà di Parma, credo che ora Parma debba fare i conti con la sua programmazione”.

E riferendosi ad altre realtà italiane, Delrio ha detto: “Non sono d’accordo sul fatto che i rifiuti italiani vadano a bruciare negli inceneritori in Olanda: non è una soluzione geniale. Spingere sulla differenziata, e un impianto o due in ogni regione italiana, in cui vada solo materiale selezionato secco, credo sia un orizzonte sostenibile. Perché la soluzione peggiore, come dice la comunità europea, sono le discariche”.

L’ACQUA E LE RETI IDRICHE – Sul tema dell’acqua, anche in questo caso, ha detto Delrio, “non credo che le grandi dimensioni societarie e aziendali siano un fattore competitivo, cioè che essendo molto grandi riescano a offrire maggiori risparmi e migliori servizi ai cittadini a minor costo, o un investimento in innovazione migliore.

Su rifiuti ed acqua – settori regolati dove il pubblico deve avere una fortissima influenza, dove la qualità dei servizi è misurata direttamente dalle nostre comunità – credo abbiamo una dimensione già più che sufficiente.

Abbiamo avviato un ragionamento sul futuro della gestione dell’acqua, su come renderemo stringente il controllo sugli investimenti, che comunque vanno fatti e sono fondamentali per il servizio ai cittadini. Proprio grazie agli investimenti, oggi a Reggio Emilia possiamo dire, nell’interesse dei cittadini, di avere perdite nella rete idrica pari al 12%, cioè tra le più basse in Italia; inoltre un consumo di acqua che tende a diminuire e quindi una politica virtuosa. Infine, una politica dei rifiuti che tende ad aumentare la differenziata e a diminuire la quantità destinata a smaltimento; e una condizione tariffaria sui rifiuti tra le più basse in Italia. Continuiamo a chiedere all’azienda di essere efficiente ed efficace nel mettere in atto le politiche che indichiamo.

Per acqua e rifiuti, dunque, la grande multiutility non serve. Per l’energia, c’è Edipower, un contenitore già pronto. Iren è un patrimonio pubblico, frutto di una storia pubblica, a maggioranza pubblica e se l’azienda sbaglia i soci hanno ancora il potere e il diritto di dire che l’azienda deve cambiare la rotta”.

ACQUA PUBBLICA – “Il Comune di Reggio – ha anticipato Delrio – accoglierà la proposta di scrivere nel proprio Statuto che l’acqua è un bene pubblico. A Reggio Emilia peraltro le reti sono già pubbliche. Stiamo valutando se tenere o meno le concessioni in capo all’ente pubblico; se costituire una società in house come era una volta o no. Questo lo valuteremo in modo molto laico, chiarendo quali possono essere i vantaggi per la comunità, l’interesse dei cittadini è al centro ancora una volta. Valuteremo se dobbiamo costituire una nuova società in house, sottoposta al Patto di stabilità, che poi deve interrompere gli investimenti perché sottoposta ai vincoli di spesa del Comune e non è più possibile agire come oggi con l’azienda che anticipa con dei mutui gli investimenti. Chiaro che se non si riesce più a compiere investimenti nel servizio idrico e se ne peggiora la qualità, e si crea soltanto un baraccone che non funziona, questa non è una buona soluzione. Valuteremo tutte le ipotesi, siamo aperti al tema della società in house, e valutando fino in fondo le opportunità e gli svantaggi che comporta all’interesse delle comunità”.

IREN E POLITICHE DEI SOCI PUBBLICI – “Iren – ha detto il sindaco Delrio – non ha mai contrastato il fatto che noi abbiamo promosso politiche di raccolta porta a porta dei rifiuti e contaminato con queste politiche virtuose sia Parma sia Piacenza. Da Iren non ci hanno mai detto che non si dovevano attuare tali politiche, perché loro dovevano mettere i rifiuti negli inceneritori. A Reggio abbiamo attuato politiche di riduzione del conferimento agli inceneritori ed Iren non ha mai obiettato che tale politica non andava bene. A Reggio abbiamo attuato politiche di riduzione del consumo di acqua ed Iren non ha mai obiettato che diminuivano gli importi delle bollette. Questo mai. Iren dirà poi che i margini di guadagno che dà l’inceneritore sono minori, certo. Ma è un rischio che mi prendo volentieri, perché credo ne valga la pena”.

OBIETTIVO SERVIZI AI CITTADINI, NON FAR SOLDI – “Non amministriamo – ha aggiunto Delrio – con l’idea di far dei soldi, ma con l’idea di migliorare le nostre comunità nei loro servizi essenziali. E questo è un lavoro che abbiamo sempre fatto insieme all’azienda, non contro l’azienda; con i lavoratori dell’azienda, non contro di loro; con questi lavoratori che credono in un’azienda pubblica con questa mission. Molti operatori di questa azienda sono persone che vivono il loro lavoro come servizio pubblico, non si sentono al servizio della Borsa. Deve essere chiaro, nello stesso tempo, che l’azienda è anche una ricchezza economica, produttiva, che dà lavoro ai territori in cui opera”.

E ancora: “Dalla quotazione di Enìa in Borsa, approvata all’unanimità dai Consigli comunali, abbiamo ricavato risorse per 210 milioni di euro per gli enti pubblici, tradotti in investimenti per le nostre comunità. Con lo stesso percorso democratico, è stata approvata la fusione delle aziende municipalizzate, fra cui la stessa Enìa, in Iren, costituita per affrontare le sfide nuove, poste da un mercato che si era fatto più difficile. Il patrimonio comunale con queste scelte è stato incrementato: non è un’opinione, è un dato. Consegnare un patrimonio incrementato a chi viene dopo, è motivo quantomeno di sicurezza”.

SOSTENIBILITÀ E SPESA PUBBLICA – “La spesa pubblica italiana – ha concluso Delrio – si ristruttura anche facendo operazioni di sostenibilità ambientale. Ad esempio, rendendo in classe A gli edifici pubblici, investendo sulle strutture pubbliche perché non pesino più sulla spesa corrente delle comunità. E’ realizzabile un piano di efficienza energetica degli edifici pubblici in Italia: solo questo comporterebbe, secondo l’Enea, un risparmio di 400 milioni di euro in bolletta.

Serve un’innovazione sostenibile. Il Partito democratico non deve pensare di non rischiare su argomenti come efficienza energetica, autosufficienza energetica degli edifici, edilizia sostenibile. Credo molto in questa terza rivoluzione industriale di trasparenza e autosufficienza energetica. E’ un risultato ‘a tendere’. Ma chi si pone il problema di governare questo Paese deve dire queste cose, non avere timidezza”.