Una manifestazione, probabilmente irripetibile nelle sue dimensioni, che contribuì a “sprovincializzare” Reggio Emilia, mettendola al centro della scena politica e facendola conoscere a moltissime persone provenienti da ogni parte d’Italia, nonché a tante delegazioni estere. Una scelta che, a distanza di tre decenni, si conferma giusta e lungimirante, essendo ancora adesso il campovolo la “location” della Festa Pci, Pds, Ds e ora Pd, giusto quest’anno di nuovo nazionale.
Alessandro Carri, che di quella scelta fu tenace promotore e protagonista, nella serata di sabato 15 settembre ha presentato a FestaReggio il suo libro “La Festa più grande” (Vittoria Maselli Editore, 227 pagine, 10 euro), nel quale racconta la storica Festa nazionale dell’Unità del settembre 1983, la prima che si svolse a Reggio Emilia, l’ultima che vide la partecipazione di Enrico Berlinguer, poi deceduto l’anno successivo. Il libro è una specie di diario che ricostruisce non solo la cronaca di quelle giornate, ma anche retroscena e i contrasti che ne hanno accompagnato la preparazione, notizie e aneddoti su ciò che accadeva “dietro le quinte” durante lo svolgimento, e inoltre il contesto politico locale e nazionale di quel periodo.
Il testo è arricchito da alcune belle fotografie scattate da Luigi Ghirri, che documentano la folla enorme (quasi un milione di persone) confluita al comizio conclusivo di Berlinguer. In appendice, è poi riproposto un precedente, già edito, testo di Carri sulla Festa dell’Unità reggiana del 1981, in quel caso solo provinciale, ma che fu il debutto assoluto nell’area attorno al campovolo, fino ad allora abbandonata dai tempi della guerra, poi recuperata grazie al lungo e faticoso lavoro dei volontari del partito.
Con Carri, all’epoca segretario uscente del Pci reggiano, ha parlato del libro e delle vicende che esso rievoca il giornalista Stefano Morselli, già direttore di Radio Venere, che era l’emittente di proprietà Pci – “Ancorchè politicamente indisciplinata”, ricorda lo stesso Morselli – e che attraverso il proprio ufficio pubblicitario curò per prima, non senza controversie, l’introduzione degli stand commerciali alla festa dell’Unità. Alla presentazione del libro hanno altresì partecipato il disegnatore Ro Marcenaro, che dipinse la recinzione della Festa insieme alla moglie Augusta e ad altri artisti del calibro di Altan, Staino, Panebarco, e l’on. Maino Marchi, allora assessore comunale a Correggio, che fece parte dello staff di accompagnatori delle delegazioni estere.
Un’altra testimonianza è venuta da Auro Franzoni, che costruì l’ippogrifo ariostesco, simbolo di quella Festa nazionale, collocato all’ingresso della cittadella Quel grande cavallo alato, un giorno, fu abbattuto dal forte vento e un militante della vigilanza corse in direzione a dare l’allarme: “Al caval l’è volè via!”.