Cesare Zavattini, originario di Luzzara, comune reggiano sul Po dov’era nato il 20 settembre 1902 (muore a Roma nel 1989) scrittore e cineasta, figura di intellettuale vivace, poliedrico, intransigente, è una delle personalità di spicco della cultura italiana del ‘900. Sempre pronto ad intervenire in prima persona nel dibattito intellettuale, dotato di un’acuta intuizione per i processi di comunicazione, fu autore fuori dagli schemi. Difficile da inquadrare nelle categorie letterarie del suo tempo, in tutte le numerose attività culturali ed artistiche in cui si misurò Za fu anche un grande sperimentatore, in special modo nel campo cinematografico e in quello letterario.
Il prezioso e sterminato archivio di Cesare Zavattini, composto tra l’altro da 100.000 lettere, è oggi nella completa disponibilità dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia e nello specifico, della Biblioteca Panizzi, con un atto di donazione “modale” adottato nel maggio scorso da Giordano Gasparini, direttore della biblioteca Panizzi.
“Desidero ringraziare Arturo Zavattini – ha dichiarato il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio nel corso della conferenza stampa di questa mattina – per questa importantissima donazione, un nuovo patrimonio culturale che amplia l’offerta della nostra città. Per la prima volta nel mondo più del 50% della popolazione vive nelle città che oltre ad essere più sostenibili, debbono essere luoghi del welfare, della cultura e delle opportunità per i giovani. Con questo patrimonio eccezionale e sterminato, che intendiamo valorizzare, faremo un servizio alla comunità reggiana, ma anche a quella nazionale e internazionale, essendo Cesare Zavattini una figura di grande rilevanza in ambiti culturali diversi”.
“Oggi – ha aggiunto Delrio – è davvero una bellissima giornata perché cade anche nel trentennale del conferimento a Cesare Zavattini della cittadinanza onoraria di Reggio Emilia che gli era stata attribuita nella Sala del Tricolore di Reggio Emilia, dall’allora sindaco Ugo Benassi”.
La donazione, che ha avuto una lunga gestazione dovuta in gran parte dalla vastità e complessità dell’archivio, ora completamente schedato e a disposizione degli utenti (giornalisti, critici, studenti e docenti di università italiane e, soprattutto, straniere), è stata perfezionata proprio quest’anno, nella ricorrenza dei 110 anni dalla nascita. “In un periodo di crisi come questo – ha sottolineato l’assessore comunale alla cultura Giovanni Catellani – il saldo del benessere intellettuale della città è in attivo perché questo patrimonio ha un valore straordinario e di stimolo e sollecitazione. Nessuno potrà mai toglierci il patrimonio delle parole”.
L’imponente archivio di Cesare Zavattini, cartaceo e multimediale, composto da alcune centinaia di migliaia di carte, lettere, soggetti e sceneggiature oltre che da qualche centinaia di documenti audio, video e film in cd e dvd, è il riflesso dell’incessante attività alla quale si è dedicato Zavattini negli oltre sessant’ anni del suo intenso impegno civile ed artistico non solo in ambito giornalistico, editoriale, letterario e cinematografico, ma anche in quello radiofonico, televisivo e pittorico, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti, di nuove modalità espressive attraverso scelte stilistiche e prospettive d’avanguardia.
Rosaria Campioni, sovrintendente ai Beni Librari, intervenendo per l’Istituto Beni culturali della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato che l’orientamento della famiglia Zavattini verso la destinazione pubblica dell’ archivio era emersa già fin dagli anni ottanta. “Gli archivi di persona – ha aggiunto – hanno una importanza straordinaria per capire la storia del Novecento. Il vastissimo lascito culturale che è racchiuso nell’archivio Zavattini ancora di più. Non è possibile infatti parlare di Novecento senza imbattersi in Zavattini. La Biblioteca Panizzi ha le carte in regola per conservare e valorizzare questo immenso lascito”.
Un patrimonio, quello dell’archivio che il direttore della Biblioteca Panizzi Giordano Gasparini intende valorizzare favorendo sempre più la fruizione dell’archivio agli studiosi e appassionati, realizzando nel 2013 una esposizione e creando una rete zavattiniana internazionale, oltre ad aver già riavviato la collana di studi e ricerche “I quaderni dell’archivio Zavattini”.