Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo: abolita no, riformata sì. Dunque, l’organismo passerà da 53 a 35 membri e i componenti il Comitato esecutivo da 7 scenderanno a 5. Alla guida della Consulta sarà nominato un consigliere regionale, senza compensi aggiuntivi, affiancato da altri due consiglieri (uno di maggioranza e uno di opposizione). Sono questi infatti alcuni dei punti illustrati dal sottosegretario Alfredo Bertelli alla commissione regionale “Politiche per la salute e politiche sociali”, presieduta da Monica Donini, della proposta di legge che la Giunta intende presentare per modificare la legge 3/2006 (Interventi in favore degli emiliano-romagnoli nel mondo). “Modifiche – spiega Bertelli – che oltre a ridurre oneri e costi, intendono indirizzare l’attività della Consulta verso aspetti di carattere economico, formativo e di lavoro. Per i costi di funzionamento, oltre a rivedere il meccanismo dei rimborsi spese, viene incentivato l’uso telematico, al fine di evitare trasferte e spostamenti. Il Piano triennale e quelli annuali della Consulta – ha concluso Bertelli – saranno in linea con i bilanci regionali e con le condizioni generali ed economiche del Paese”.
Su proposta della presidente Donini, la discussione sulle quattro proposte di legge aventi come oggetto la Consulta e presentate da Udc, Movimento 5 stelle, Lega nord e Idv (abbinate dalla commissione) è stata sospesa in attesa della presentazione del progetto di legge della Giunta.
A sostegno della proposta illustrata da Bertelli sono intervenuti Marco Barbieri, Luciano Vecchi e Marco Carini (Pd). I consiglieri Andrea Defranceschi (Mov5stelle), Roberto Corradi (Lega nord) e Silvia Noè (Udc) hanno suggerito, tra le ipotesi, di trasferire compiti e ruoli della Consulta agli uffici regionali che, in qualche modo, hanno competenze in materia di relazioni internazionali. Per Liana Barbati (Idv), “non è in discussione il nostro rapporto con i nostri cittadini all’estero, occorre però individuare uno strumento diverso e meno oneroso”.
Nella replica, Bertelli ha precisato che “c’è sempre un costo, sia che l’attività la faccia la Consulta sia che la facciano gli uffici regionali. Inoltre, se c’è la volontà di avere relazioni con gli emiliano-romagnoli nel mondo, occorrono – ha concluso – relazioni stabili e coordinate”.