Home Bologna Studio di ricercatori modenesi, parmensi e bolognesi relativo alla realizzazione di una...

Studio di ricercatori modenesi, parmensi e bolognesi relativo alla realizzazione di una struttura geometrica biodegradabile per la ricostruzione di organi interni

# ora in onda #
...............




Un gruppo di ricercatori di medicina di Parma, di matematica di Bologna e ingegneria di Modena hanno progettato uno scaffold, ovvero una impalcatura bioassorbibile che riproduce la struttura vascolare tridimensionale della tiroide umana. E’ a questo che lavora un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, guidato dal prof. Andrea Gatto, operante in collaborazione con dei ricercatori di Anatomia dell’Università di Parma, il cui capo progetto è il prof. Roberto Toni, e con la prof.ssa Giulia Spaletta del Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna, la cui attività sta suscitando forte interesse anche all’estero, in primis dal Brasile che recentemente ha voluto avviare una intesa di scambio e collaborazione coi ricercatori italiani.

I risultati fino ad ora ottenuti dal gruppo di ricerca in Tecnologie e Sistemi di Lavorazione dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, presentati ad un convegno in Portogallo tenutosi nel settembre 2011, hanno destato il vivo interesse di colleghi dell’Universidade Tecnologica Federal do Paranà di Curitiba in Brasile, con la quale è stato recentemente firmato un accordo interateneo. L’accordo di collaborazione è di 5 anni nel corso del quale sono previsti scambi di studenti e incontri fra i ricercatori coinvolti.

“Il congresso ha permesso di mettere in evidenza come questo aprirsi in modo orizzontale della medicina ad altri settori – afferma il prof. Andrea Gatto dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – sia visto come un approccio con altissime potenzialità. Il Brasile, paese emergente, è particolarmente sensibile a questo tipo di approccio e l’Università tecnologica Federal do Paranà di Curitiba è tra le più rinomate. Con un certo orgoglio affermo che, seppure con le difficoltà ben note dovute al perdurare della congiuntura nazionale e internazionale, la nostra Università continua ad esercitare un’azione di stimolo e di avanguardia grazie alle sue capacità di unire competenze tra loro lontanissime culturalmente”.

IL PROGETTO

L’obiettivo ambizioso del progetto è la crescita su questo scaffold di cellule staminali che, come il prof. Roberto Toni ha dimostrato in un suo studio, hanno la capacità di differenziarsi sulla base della geometria che le circonda. In altre parole la geometria tridimensionale del supporto è capace di esplicare le potenzialità delle cellule staminali fornendo le informazioni per la loro differenziazione, nel caso specifico facendole evolvere in cellule tiroidee. Si tratta di una grande innovazione rispetto all’ingegneria tissutale dove si mira a produrre porzioni di osso o derma o di altri tessuti. In questo caso il target è la produzione di un intero organo, funzionante e disponibile per il trapianto.

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del PRIN 2008, ovvero tra i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e verrà probabilmente ripresentato per finalizzare i risultati parziali ottenuti finora.

“Dal punto di vista tecnologico, – afferma il prof. Andrea Gatto docente di Tecnologia meccanica per sistemi di lavorazione e di Produzione assistita all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – le dimensioni e la complessità del supporto superano sicuramente lo stato dell’arte, quindi i gruppi stanno lavorando alla combinazione di tecniche di costruzione additiva, cioè per strati, con processi di replicazione. Tecniche che sono nate sotto il nome di Prototipazione Rapida vengono oggi applicate sempre più spesso alla produzione di strutture che riproducono la geometria del corpo umano per applicazioni protesiche o biomedicali, ma recentemente anche per la ricostruzione di tessuti e organi”.

Curriculum vitae prof. Andrea Gatto

Andrea Gatto è professore ordinario di tecnologia e Sistemi di Lavorazione presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” a Modena. Ha iniziato la sua carriera accademica presso l’Università di Ancona dove ha ricevuto il riconoscimento come migliore ricercatore per l’Anno Accademico 1997-98. L’attività di ricerca sulle tecniche di Time Compression e sui processi innovativi ha condotto alla redazione di circa 90 articoli scientifici e comunicazioni a congressi internazionali, oltre a diversi libri. Dal 2008 fa parte del comitato scientifico del CIRTIBS.

Gruppo di ricerca

Il gruppo di ricerca in Tecnologie e Sistemi di Lavorazione del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, è composto da un ordinario, un ricercatore e un’assegnista di ricerca ing. Lucia Denti, che ha conseguito il dottorato nel 2009 ed è attualmente impegnata nel progetto “Lavorazioni non convenzionali di materiali ad alte prestazioni”, per il quale dispone di un assegno triennale su finanziamenti del Tecnopolo. Il gruppo gestisce i Laboratori ARC – Costruzione Rapida Avanzata e MICROMAN – MICROmechanisms in MANufacture. Le attività e i servizi del gruppo di lavoro riguardano due ambiti: la ricerca inerente le tecniche di Time Compression e la valutazione delle prestazioni di processi di lavorazione innovativi.