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Pensionati E-R: “Basta al rigore a senso unico. Chiediamo equità, sostegno alle pensioni e più welfare”

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Si è tenuta oggi, mercoledì 31 ottobre, al Paladozza di Bologna la manifestazione unitaria di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati. In 5mila sugli spalti, le richieste a Governo, partiti, Regione e Comuni “per stimolare la ripresa e ridare fiato alle famiglie”. Gli interventi dei leader nazionali Carla Cantone e Loreno Coli.

Bandiere, striscioni, trombe e fischietti per richiamare l’attenzione di un Governo “bravo soprattutto a tagliare” e di Regione e Comuni “con cui iniziare una nuova stagione di concertazione per puntare sul welfare come strumento di equità e di sviluppo”. Sono stati in 5mila le pensionate e i pensionati (4mila con 80 pullman da tutta l’Emilia-Romagna, mille solo da Bologna) che questa mattina, mercoledì 31 ottobre, hanno riempito il Paladozza di Bologna per la manifestazione unitaria indetta dalle segreterie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati.

 

Equità, sviluppo e più risorse per il welfare “perché l’Italia sta soffocando e occorre ridare fiato alle famiglie per rimettere in moto l’economia” sono le richieste che i pensionati dell’Emilia-Romagna mandano a Governo ed enti locali. “Continuiamo la nostra battaglia per contrastare l’impoverimento mantenendo alto il senso dell’unità dei pensionati, perché solo insieme possiamo ottenere quello che chiediamo” ha detto dal palco Rosanna Benazzi, segretaria regionale generale Uil Pensionati.

 

Al Governo Monti, a cui riconoscono la capacità di aver ridato al Paese prestigio internazionale, i pensionati chiedono provvedimenti urgenti a salvaguardia di reddito e welfare. “Sul terreno sociale l’operato del Governo è stato di gran lunga insoddisfacente e negativo, c’è stata troppa iniquità – afferma il segretario regionale generale dello Spi-Cgil Maurizio Fabbri –: su 9 milioni di poveri il 70% è composto da pensionati e sono 3 milioni gli incapienti, cioè coloro che non hanno un reddito sufficiente neanche per pagare le tasse. Abbiamo bisogno di risposte immediate perché prezzi e tariffe aumentano, va ripristinata l’indicizzazione delle pensioni sopra i 1.100 euro netti e bisogna trovare risorse per i fondi sociali per affitto, trasporto e non autosufficienza”.

 

Il welfare è anche al centro delle rivendicazioni che Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati rivolgono agli amministratori pubblici dell’Emilia-Romagna. “Con la Regione – continua Rosanna Benazzi – vogliamo aprire un confronto sul futuro del fondo regionale per la non autosufficienza, le cui risorse devono rimanere invariate. E ai sindaci chiediamo di salvaguardare i servizi socio-assistenziali, di contenere costi e tariffe e di prevedere l’esenzione dall’Imu per i bassi redditi”. A fronte dei tagli dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali, “ci sono dei margini entro cui intervenire e le risorse si potrebbero trovare coinvolgendo i Comuni nella lotta all’evasione”. E per salvaguardare il welfare i pensionati si dicono disponibili anche a una compartecipazione equa dei costi, “purché attraverso uno strumento serio come l’Isee”.

 

I manifesti dei pensionati sugli spalti suggeriscono poi di “tagliare le spese militari”, chiedono “più servizi pubblici e meno bombardieri”, ricordando che “il costo di un F35 è uguale a 150 asili nido” e che “le risorse si possono trovare con la patrimoniale” oppure tagliando il numero dei parlamentari. Di certo i pensionati non vogliono “sussidi, ma equità”, vogliono “farsi sentire”.

 

“Noi pensionati vogliamo rompere il silenzio sui problemi degli anziani, vogliamo difendere il futuro nostro e dei giovani e su questo non arretreremo – ha aggiunto dal palco il segretario nazionale della Fnp-Cisl Loreno Coli –. Vogliamo entrare con forza nell’agenda politica, perché il governo Monti non ha trovato i soldi per anziani e welfare, ma solo per banche e finanze, ha aumentato l’Iva, ha autorizzato addizionali e blocco delle pensioni, ma non ha voluto introdurre la patrimoniale”. Certo, ammette, “c’era la necessità di intervenire sui conti perché eravamo sul baratro, ma senza equità non c’è futuro e il Governo dovrebbe ricordarsi che c’è un popolo che soffre e che il 33% degli italiani vive sotto la soglia di povertà”.

 

Molto applaudito anche l’intervento conclusivo della segreteria generale nazionale dello Spi-Cgil Carla Cantone, che dal palco ha di nuovo fatto appello all’unità sindacale (“Il ruolo dei pensionati è più forte solo se accantoniamo le divisioni”), ha detto “basta al rigore a senso unico” del Governo Monti e ha lanciato un messaggio alle forze politiche, “quelle democratiche e pulite”, che si candidano a governare il Paese: “Abbiamo chiesto ai partiti un incontro per presentare i nostri obiettivi – ha spiegato –. Chiediamo di ridistribuire la ricchezza, riducendo le tasse e tutelando pensioni e redditi da lavoro dipendente, di rivedere la riforma Fornero, in particolare per bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile per i lavoro usuranti, e di investire sul welfare per ripristinare condizioni di equità sociale e creare lavoro e sviluppo”.