Dopo un ottobre particolarmente mite, che ha segnato a Modena una temperatura media mensile di 16.3°C, decimo più caldo per il capoluogo – secondo le plurisecolari rilevazioni degli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – e circa un grado e mezzo sopra le medie climatiche nonostante il freddo di fine mese.
Anche novembre, comunque, è iniziato mite con una prolungata estate di San Martino intervallata da veloci, ma forti, perturbazioni atlantiche. E proprio nella giornata di domenica 11 novembre è arrivata una delle perturbazioni più intense di tutto il 2012: presso la stazione dell’Osservatorio Geofisico universitario situato in Piazza Roma il nuovo pluviometro professionale ha raccolto 44.9 mm di acqua in 24 ore.
“Per la città – avverte il meteorologo Luca Lombroso – si è trattato del giorno più piovoso del 2012. Anche se l’evento è per nulla straordinario ed è ben lontano dai record, in quanto il giorno più piovoso per Modena resta saldamente il 5 ottobre 1990 con 165.4 mm. Il valore di 44.9 mm è un valore tipico per il giorno più piovoso dell’anno”.
Ben più abbondanti le piogge in Appennino, con le conseguenti piene e problemi dei fiumi Secchia e Panaro, ed anche di altri affluenti di destra del Po che scorrono in Emilia. Varie stazioni meteo in prossimità del crinale hanno registrato dai 150 ai 180 mm in 24 ore. Alcune però segnano dati veramente clamorosi, come la stazione meteo sperimentale di www.Meteosestola.it presso il Passo della Croce Arcana, che sempre domenica 11 novembre ha cumulato circa 250 mm di pioggia prima che il pluviometro traboccasse di acqua anche a causa del vento impetuoso, con raffiche arrivate a toccare i 199 km/h. Qualche giorno fa, comunque l’anemometro segnò un incredibile ed attendibile dato di 224 km/h.
Record e dati eccezionali? “No – risponde sicuro l’esperto Luca Lombroso – primo perché mancano riferimenti e confronti storici attendibili, secondo perché col clima in evidente cambiamento saltano i riferimenti del passato. I dati storici restano chiaramente fondamentali, ma con l’aumento degli eventi estremi nulla è più eccezionale”.
La causa meteorologica del peggioramento è appunto una intensa perturbazione atlantica, associata ad una profonda saccatura con asse Scandinavia-penisola iberica e frenata da un “anticiclone di blocco”, presente sui Balcani, che consentono il richiamo di masse d’aria caldo-umide mediterranee. “Una situazione – avverte Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – tipica in coincidenza delle grandi alluvioni che hanno funestato in passato l’Emilia e più in generale il centro-nord. Più difficile attribuire responsabilità o concause ai cambiamenti climatici! Certo che negli ultimi anni eventi di questa intensità, paragonabile alle grandi alluvioni del 1966, 1972-73 e 1982, si sono ripetuti con una frequenza veramente insolita, anche in stagioni non a rischio alluvioni, come nel caso della grande neve e del successivo precoce disgelo del dicembre e Natale 2009. Siamo in presenza di fenomeni probabilmente non spiegabili senza sospettare un concorso umano ai cambiamenti del clima”.
Previsioni. Il peggio probabilmente è passato ma non è finita, in quanto si è isolata una depressione mediterranea, in prossimità del nord Africa, ed anche a causa del ritorno da est del fronte, che porteranno ancora nuove piogge diffuse. Da domani martedì 13 novembre la perturbazione si attenua, ma resteranno giornate uggiose con piovaschi e pioviggini. Le temperature, invece, saranno ancora, specie sulle minime, ben sopra le medie stagionali. “Temperature che – ci ricorda Luca Lombroso – si sono mantenute costantemente fra 11° e 13°C durante le precipitazioni, ovvero circa 4°C sopra alla norma stagionale”.
Da mercoledì 14 e, soprattutto, da giovedì 15 novembre il miglioramento sarà più netto e tornerà il bel tempo in montagna, con sole anche tiepido di giorno, mentre in pianura domineranno le nebbie, tuttavia senza il freddo. Anzi, dove riuscirà a fare capolino il sole, le temperature saranno miti e sempre sopra la media stagionale.
Si può affermare che sia tornata l’estate di San Martino. A questo proposito Domenico Ragona nel 1876 scriveva su Il Panaro: “E l’estate di San Martino è venuta dopo tanti giorni di pioggia e di intermittenti cicloni… speriamo duri più di tre giorni e un pochino”. E noi potremmo aggiungere rispetto al allora che “grazie al global warming fa anche un po’ più caldino!”.