«Vogliamo incontrare gli egiziani entro il 15 dicembre e trovare una soluzione che permetta all’azienda di ripartire senza lasciare solo nessun lavoratore». Lo afferma il sindacalista Alessandro Bonfatti, componente della segreteria provinciale della Fim-Cisl, intervenendo a proposito della vertenza Terim, la storica azienda modenese produttrice di cucine, piani cottura e forni a incasso con marchio proprio e conto terzi. La Terim, che occupa circa 360 persone distribuite nei due stabilimenti di Baggiovara di Modena e Rubiera (Reggio Emilia), si trova da anni in gravi difficoltà finanziarie; i problemi si sono accentuati nell’ultimo anno, fino ad arrivare alla messa in liquidazione, con conseguente richiesta di concordato. Il 27 novembre si è tenuta presso il tribunale di Modena l’udienza dei creditori, dopo che il tribunale stesso ha dato parere favorevole all’affitto di un ramo di azienda con piano di acquisto da parte di un investitore egiziano che opera nel settore del gas a uso domestico sui mercati maghebrini e mediorientali ed è interessato ad ampliare la sua presenza sui mercati europei. «A oggi la proposta di affitto/acquisto degli egiziani prevede che rimanga aperto lo stabilimento di Rubiera, mentre chiuderebbe quello di Baggiovara. L’azienda – spiega Bonfatti – ripartirebbe inizialmente con 50 dipendenti, che diventerebbero 150 a regime. È chiaro che una soluzione di questo tipo deve essere approfondita e valutata partendo da un esame del piano industriale. Non dimentichiamo che i lavoratori della Terim si trovano da anni in situazioni di difficoltà reddituale, essendo collocati in cassa integrazione; il problema riguarda intere famiglie che in certi casi hanno due o più componenti occupati in Terim e oggi sono comprensibilmente preoccupati per il loro futuro». Di fronte a numeri di questo tipo la Cisl preme per una soluzione che, partendo da un serio progetto industriale, preveda una graduale crescita occupazionale futura; nel frattempo si devono attivare, coinvolgendo le istituzioni, tutti gli ammortizzatori sociali adeguati, nessuno escluso. «La situazione della Terim è complessa, ma è chiaro che il tavolo di confronto non può partire da soluzioni preconfezionate. Dobbiamo esaminare – continua il sindacalista della Fim-Cisl – tutte le possibili opzioni utili per costruire un equilibrio complessivo tra stabilità iniziale e crescita futura dell’occupazione. Per questo, alla luce dell’autorizzazione del tribunale e del voto favorevole dei creditori, chiediamo al più presto un incontro con i rappresentanti del gruppo egiziano. Il tempo utile per trovare un’intesa scade entro la prima quindicina del mese di dicembre; il futuro della Terim – conclude Alessandro Bonfatti – dipende anche e sopratutto dall’esito di questi incontri».