È arrivata in questi giorni al Reparto di Neonatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia l’incubatrice di ultima generazione modello “Dual incu-i”, progettata per rispondere alle esigenze delle Terapie Intensive Neonatali. L’apparecchiatura è frutto di una donazione da parte della Associazione Progetto Pulcino, realizzata con i contributi raccolti da familiari ed amici in ricordo di Milo Campioli, imprenditore reggiano prematuramente scomparso nello scorso mese di Aprile.
Il modello propone un sistema ibrido in grado di associare i vantaggi delle più recenti incubatrici neonatali con quelli degli ” Infant-Warmer”, lettini da rianimazione neonatale che possono essere agevolmente trasformati in lettino operatorio.
Come spiega il Direttore della Struttura Complessa di Neonatologia, dott Giancarlo Gargano: “Le incubatrici costituiscono l’habitat ottimale per i prematuri poiché sono in grado di riprodurre tutte le condizioni proprie dell’utero materno. Al loro interno il neonato pretermine può soggiornare per numerose settimane, talora mesi, in un microambiente caldo-umido, protetto dagli stimoli sensoriali intensi dell’ambiente esterno quali rumori, luci, odori che potrebbero influire negativamente sul suo sviluppo neuro-psicologico.”
Le attuali incubatrici, quali la Dual-incu, sono dotate di sistemi avanzati di regolazione dell’ossigeno e di servo-controllo della temperatura corporea e dell’umidità, in grado di limitare le perdite di liquidi attraverso il mantenimento delle condizioni ideali della cute del neonato.
“Il nostro reparto ospita annualmente circa 80 piccoli nati prima del termine naturale della gravidanza, oltre la metà dei quali gravemente prematuri, con la caratteristica di avere una cute estremamente sottile ed un tessuto sottocutaneo scarsamente rappresentato” aggiunge Giancarlo Gargano “elementi che accentuano il rischio di disperdere ingenti quantità di liquidi per traspirazione, con conseguenti severe disidratazioni”.
Di particolare rilievo, la capacità della Dual incu-i di trasformarsi, attraverso un comando che innalza elettronicamente la campana superiore, in lettino operatorio. Il riscaldamento del neonato viene garantito attraverso una fonte di calore radiante orientata sul piccolo.
Cristiana Magnani, Presidente della Associazione Progetto Pulcino e neonatologa afferma: ”Questa caratteristica migliora sensibilmente la qualità dell’assistenza neonatologica: i prematuri necessitano talora di interventi intensivi complessi da parte dei sanitari. Disporre di una incubatrice in grado di trasformarsi in lettino operatorio, per poi riprendere nuovamente la sua funzione principale al termine dell’intervento, comporta l’enorme vantaggio di evitare delicati trasferimenti del neonato con le possibili complicanze correlate”.
Alla Famiglia Campioli, ai dipendenti della Ditta Omso ed agli amici che hanno reso possibile il gesto di generosità vanno i sentiti ringraziamenti della Direzione generale della Azienda Ospedaliera, di tutta l’equipe del Reparto di Neonatologia e della Associazione Progetto Pulcino.