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Iniziative Fai, Flai, Filba per rinnovo contratto nazionale e per coerente gestione riforma ER

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L’Attivo dei delegati RSU/RSA FAI FLAI FILBI dei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Romagna riunito a Bologna l’8 febbraio 2013 denuncia la mancanza di un tavolo di confronto, che per l’ennesima volta manifesta il disinteresse e la non volontà a rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro da parte dello SNEBI.

A oltre 13 mesi dalla sua scadenza, i lavoratori si vedono negato il diritto ad un rinnovo dignitoso sul piano salariale, a salvaguardia del potere d’acquisto e in grado di interpretare i cambiamenti intervenuti nell’organizzazione del lavoro sul piano normativo.

A fronte di questa inaccettabile posizione di chiusura dello SNEBI e dei Consorzi di Bonifica i lavoratori dei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Romagna hanno scioperato il 31 luglio, (sciopero che ha visto esonerati tutti i lavoratori dei Consorzi di bonifica che svolgono la propria azione nei territori colpiti dal terremoto, con il consensi di tutte le RSU – RSA unitamente a FAI FLAI FILBI in uno spirito di solidarietà e piena collaborazione con le amministrazioni e devolvendo parte della retribuzione giornaliera a favore delle popolazioni colpite) e lo scorso 6 novembre (scioperi dei lavoratori di tutti i Consorzi di Bonifica, sempre a sostegno del rinnovo, si sono svolti altresì in tutte le regioni italiane nei mesi di novembre e dicembre) ed oggi avviano il 4° ciclo di astensione collettiva dalle prestazioni straordinarie.

Le ragioni addotte dalla controparte per negare il rinnovo (la crisi del settore agricolo e le condizioni finanziarie dei Consorzi) sono degli evidenti pretesti per mascherare la volontà dei nuovi amministratori consortili di perseguire un’azione politica di comparto tale da imprimere un arretramento delle condizioni contrattuali, senza giustificazioni oggettive, tesa a far prevalere una gestione unilaterale del personale dipendente, mentre le risorse risparmiate dal mancato rinnovo del CCNL vengono impiegate per cementare consensi lobbistici.

In questo modo si usa la regolamentazione particolarmente severa del diritto di sciopero nei Consorzi di Bonifica, in applicazione alla legge 146, come arma impropria per bandire le richieste sindacali già tarate al difficile momento storico che ormai da diversi anni stiamo tutti vivendo.

Tutto ciò ha costretto le Segreterie Nazionali FAI CISL FLAI CGIL FILBI UIL a comunicare il “recesso” dall’accordo di regolamentazione del diritto di sciopero a fronte del quale la Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, ha sollecitato le parti ad avviare le trattative per la conclusione di un nuovo accordo.

Al riguardo l’Attivo regionale dei delegati sottolinea la necessità che il nuovo accordo di regolamentazione innanzitutto escluda l’irrigazione dai servizi definiti essenziali, prendendo atto che con le modifiche intervenute nelle modalità di elezione degli organi amministrativi dei Consorzi, le aziende agricole che fruiscono del servizio di irrigazione non sono utenti “terzi” rispetto ai gestori del servizio, ma consistente base elettorale che direttamente esprime gli amministratori consortili, e quindi fattiva controparte del tavolo negoziale gestito dallo SNEBI. Se ne è avuta conferma fin dalla prima seduta di trattativa per il rinnovo del CCNL, quando il Presidente dello SNEBI si è qualificato come Presidente della Coldiretti di Ravenna ed in quest’ultima veste ha motivato il giudizio di irricevibilità dei contenuti della piattaforma sindacale.

L’irrigazione è per altro una normale pratica colturale e la sua interruzione a causa di eventuali agitazioni sindacali non lede alcun diritto costituzionalmente garantito, quali la tutela e salvaguardia del territorio e dei beni immobili. Il suo inserimento nelle attività da salvaguardare dall’esercizio del diritto di sciopero, inopportunamente e generosamente inserito nel 2001, si è rivelato quindi funzionale solo a sbilanciare i rapporti di forza contrattuali e non ha più riscontro in un corrispondente riconoscimento del diritto ad un equo rinnovo del CCNL, che lo spirito della legge 146/90 presuppone .

L’Attivo regionale ritiene inoltre che vada colta l’occasione per rivedere anche la normativa relativa alla proclamazione dell’astensione collettiva dalle prestazioni straordinarie, semplificando la dichiarazione e distinguendone le modalità rispetto all’astensione collettiva dal lavoro per rimarcare il fatto che la prestazione straordinaria deve avere appunto carattere straordinario e non può essere assimilata all’ordinaria prestazione lavorativa.

L’attivo regionale dei delegati ha quindi espresso una valutazione fortemente critica sull’attività delle nuove amministrazioni dei Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna uscite dal processo di riforma avviato fin dal 2008 dalla Regione Emilia Romagna e concluso, dopo un anno di transizione, con l’elezione degli organi amministrativi nel 2011.

La proclamata volontà di razionalizzare la gestione e quindi di contenere i costi si è concentrata esclusivamente sulle spese del personale con il blocco del turn over, delle progressioni professionali, il contenimento del ricorso al lavoro stagionale, insomma si è tagliato dove era più facile, non dove era più opportuno e dove lo spreco più evidente, con il proliferare degli incarichi a consulenti esterni, appalto di servizi, assenza di azioni incisive volte, con la gradualità necessaria, a ridurre il sovraccarico di dirigenti conseguente al processo di accorpamento e riduzione del numero dei Consorzi.

Questa modalità di intendere il risparmio si traduce in una contrazione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di difesa idraulica e delle reti consortili e ciò finirà inevitabilmente per intaccare l’operatività dei Consorzi e la loro capacità secolare di essere innanzitutto un adeguato presidio di difesa del territorio a beneficio di tutta la collettività sociale ed economica.

Ciò che si va evidenziando dunque è una gestione troppo attenta alle esigenze gestionali di breve periodo delle aziende agricole e meno attenta alle funzioni che qualificano l’interesse pubblico dell’attività Consortile, come si riscontra nei dispendiosi interventi per garantire la giusta risorsa idrica ma con sistemi di irrigazione inadeguati alle condizioni climatiche di siccità, non più episodiche ma con diversa rilevanza sempre più ricorrenti, i cui costi sono poi prevalentemente imputati alla gestione generale.

Va altresì denunciato che a fronte del contenimento dei costi realizzato sul fronte dei lavoratori, si assiste a diverse deliberazioni che portano, per esempio, a generose erogazioni verso la dirigenza, a sprechi e spese caratterizzate da scarsa motivazione e poca trasparenza.

L’Attivo da mandato alle Segreterie regionali FAI FLAI FILBI di documentare la situazione con una selezionata raccolta esemplificativa di delibere, approvate dagli organismi dei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Romagna, con la quale richiamare l’attenzione dell’Assessore Regionale competente, insieme alle Province, ad un esercizio più diffuso e tempestivo dell’azione di controllo dell’operato degli Amministratori e la conseguente messa in atto di iniziative che rendano più cogenti l’applicazione delle norme che regolano la governance dei Consorzi, per interrompere le esistenti contraddizioni fino a conflitti di interesse.

Nel contempo chiedere all’Assessore la convocazione del Tavolo istituzionale regionale della Bonifica, fermo da troppo tempo, per la ripresa del confronto ed il monitoraggio sull’applicazione delle leggi regionali di riforma dei Consorzi, impegno assunto all’inizio del 2010.

L’attivo ha infine confermato il mantenimento della astensione collettiva delle prestazioni straordinarie e in attesa di ulteriori iniziative decise dalle segreterie nazionali ha deciso di non aderire ad accordi in sede aziendale relativi alle flessibilità/disponibilità richieste dai Consorzi e di effettuare un presidio di una delegazione di lavoratori davanti alla sede dell’Unione Regionale delle Bonifiche dell’ Emilia Romagna il giorno 5 marzo dalle 10.00 alle 13.00 per sollecitare la ripresa del negoziato per il rinnovo del CCNL.