Si e’ riunita ieri sera la segreteria provinciale del Pd modenese, per una prima analisi del voto, nazionale e locale, e per fare il punto sull’agenda politica, a partire dalla proposta formulata dal segretario Bersani per la formazione del prossimo governo. Non a caso erano presenti anche i parlamentari uscenti ed entranti, oltre ai consiglieri regionali e ai vertici di Comune e Provincia di Modena. A conclusione dell’incontro non e’ mancato anche un passaggio esplicito del segretario Davide Baruffi che ha ribadito come le sue dimissioni, già formalizzate prima del voto politico, comporteranno a breve un avvicendamento alla guida del partito provinciale, in un percorso coerente con quello cittadino. Ma su questo punto si e’ convenuto di rinviare ad una discussione più approfondita nella prossima riunione della segreteria, già programmata per venerdì prossimo, dopo la direzione nazionale e quella regionale del Pd che si svolgeranno rispettivamente mercoledì e giovedì prossimo. A catalizzare la discussione e’ stata invece la proposta di Bersani: il Pd e il centrosinistra, che hanno la maggioranza assoluta alla Camera e un maggioranza relativa al Senato, si assumeranno l’onere di formulare un proposta di governo che tenga pienamente conto del risultato elettorale e della volontà di forte cambiamento espressa dai cittadini. Un no chiaro a governissimi e a improponibili alleanze che riesumino lo schema precedente dell’esecutivo Monti. Una scelta chiara, viceversa, per una proposta di cambiamento netto da articolare in pochi e chiari punti programmatici da portare in Parlamento, per una discussione trasparente in cui ciascuna forza politica sarà chiamata a dire i propri sì e i propri no davanti agli elettori. Responsabilità e profondo cambiamento non possono essere, a questo punto, in alcun modo disgiunti: per questo il Pd avanzerà a tutte le forze una proposta sfidante per rispondere al profondo disagio sociale e alla drammatica perdita di credibilità della politica: modificare l’agenda europea (il lavoro viene prima del rigore), la scala delle priorità sociali (anzitutto equità, per sostenere i redditi più bassi e assicurare ammortizzatori sociali anche a chi ne e’ sprovvisto), e mettere in campo immediate misure per il sostegno alle imprese e al lavoro (sbloccare i pagamenti e gli investimenti allentando il patto di stabilità, anche con misure di conversione “green” dell’economia). Ma, anzitutto, un pacchetto di misure su costi della politica, democrazia e moralità (dimezzamento del numero dei parlamentari e delle loro indennità, legge sui partiti e riforma del loro finanziamento, riordino territoriale per accorpamento di province e comuni, norme più stringenti anticorruzione e per la legalità, conflitto di interessi e falso in bilancio) per rispondere alla fortissima domanda di cambiamento uscita dal voto.
“Sono proposte di cambiamento radicale, – dice il segretario provinciale Pd Davide Baruffi – che vanno oltre il nostro stesso programma proprio perché riconosciamo per primi che la nostra proposta non e’ risultata sufficientemente credibile e avanzata. Su questi punti, disponibili al confronto pieno e trasparente, chiamiamo tutti a pronunciarsi davanti agli italiani. La situazione e’ difficilissima e non consente di fare melina: anche il Movimenton5 Stelle, premiato dagli elettori, sarà costretto a passare dagli insulti di questi giorni alle proposte. Noi giochiamo a carte scoperte e diciamo che serve un governo che faccia cose importanti, anche per Modena – conclude Baruffi – qualcuno se la sente invece di dire che la ricostruzione della bassa può aspettare o che si può non rifinanziare la cassa integrazione per migliaia di lavoratori delle nostre imprese locali? Se qualcuno preferisce tornare a votare tra pochi mesi sottraendosi a questo confronto ne renderà conto agli elettori”.