Si spengono le luci di sala ed è come un debutto questo “Senso Comune” al Teatro dei Segni – dal 7 al 10 marzo – come un debutto perché in questo Teatro non è ancora andato in scena, e per il pubblico modenese sarà un’occasione per vederlo in una versione definitiva densa si emozione, con le sue storie dei margini, i suoi flash e il suo ritmo incalzante.
Lo spettacolo della Compagnia Teatro dei Venti, che ha la regia di Stefano Tè, con la drammaturgia di Giulio Costa, vede in scena Antonio Santangelo, Francesca Figini e Igino L. Caselgrandi. Musiche originali di Matteo Valenzi e Igino L. Caselgrandi.
Un lavoro che indaga sulla sottile linea di separazione tra norma e devianza, e che prova a restituire le atmosfere e le storie di una zona franca che il “buon senso” rifugge, come una telecamera accesa su frammenti di vita comune, incubi quotidiani e sogni segreti.
Sullo spettacolo – Senso Comune è un’opera onirica che prende forma dall’unione di tre dimensioni.
La periferia è la dimensione spazio. Scampia, quartiere all’estrema periferia Nord di Napoli, è il luogo più vicino al nostro immaginario. L’enorme sottoscala di uno dei tanti palazzoni, raro spazio d’ombra, dove le donne con la spesa si riparano dal caldo rovente rigettato dal cemento. Una zona di buco, al riparo dalle guardie, dove arriva solo l’eco storpiato del neomelodico. La vita è la dimensione fisica. Incastonati in questo spazio vediamo tre corpi che restano a somatizzare l’incuria dell’uomo regolare, sobrio, che ai margini getta il male odore, il tanto pieno di vuoto, gli avanzi, lontano dalle proprie necessità primarie.
L’attesa è la dimensione tempo. Le vite in questo spazio sono ferme. Si muovono a ritroso, non procedono nel tempo. Incastrate in un luogo reale, gonfie di storie vere, ma senza un futuro immaginabile, un passo che conceda aria.
Le origini – Il Teatro dei Venti è da anni impegnato in progetti in bilico fra teatro e sociale, e con questo spettacolo porta a compimento un progetto che mira a confondere i confini fra i due ambiti, per creare un contenitore in cui convivono norma e devianza, finzione e realtà, dentro e fuori.
Senso Comune si ispira direttamente alle storie degli utenti del Centro di Salute Mentale di Modena, dei detenuti della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e dei ragazzi dell’Istituto Penitenziario per Minori di Nisida (Napoli): non propone la recita dei disagiati, ma una messa in scena del disagio attraverso il lavoro di attori che da anni sono in relazione con loro. Nel tentativo di portare sul palcoscenico il magma emotivo scatenato dalla purezza incosciente di persone considerate lontane dal ‘buon senso’.
È un lavoro che parla dell’essenza stessa del nostro fare teatro – dice il regista Stefano Tè – la ricerca delle storie dei margini, di un universo che tende ad essere rimosso. Quello che la società rimuove è nutrimento per il Teatro perché al Teatro pone domande scomode.
Da anni lavoriamo in strutture penitenziarie, o a contatto col disagio psichico, e in altri ambienti che il “senso comune” non fa altro che cancellare. Con questo spettacolo portiamo fuori il dentro, restituiamo quello che la società stenta a digerire. Per noi il Teatro è il luogo dove ciò che i benpensanti scartano può essere rielaborato e può portare frutto.
Lo spettacolo sarà in scena il 7-8-9 marzo – ore 21.00
Domenica 10 marzo – ore 18.00
presso il Teatro dei Segni, Via San Giovanni Bosco, 150 – Modena
Ingresso 5 €