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Violenza sulle donne: emergenza sociale. Il PD sostiene l’istituzione di una legge regionale


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violenza-donneIl gruppo consiliare del PD ha depositato un ordine del giorno a sostegno e adesione del consiglio comunale di Reggio Emilia al Progetto di Legge di iniziativa popolare, promosso in Emilia Romagna contro i femminicidi e la violenza sulle donne. Nel documento si riafferma l’emergenza sociale della violenza degli uomini sulle donne nella vita pubblica e privata, in tutta la sua complessità e in tutte le forme in cui si manifesta anche in Emilia-Romagna: violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica, minacce, persecuzioni.

A livello regionale, attualmente i dati disponibili sono forniti dall’ass. “Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna”: si parla di circa 2300 donne accolte dai Centri e 101 donne ospitate con altrettanti minori. La punta dell’iceberg sono le violenze che portano alla morte: in Italia nel 2011 sono state uccise 127 donne di cui 17 nella nostra regione; a dicembre 2012 su 118 femminicidi 15 sono stati in Emilia-Romagna. Sono dati allarmanti ed esponenziali, se consideriamo la crescita ininterrotta di questo tipo di eventi dal 2005 ad oggi. La maggior parte delle vittime sono donne italiane, così come la maggior parte degli uomini che le hanno uccise. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di mariti, compagni, conviventi o ex, ma anche figli e padri: uomini con i quali le donne avevano una relazione molto stretta.

“A Reggio Emilia – si afferma nel documento – oltre ad aver promosso una convenzione tra comune e ass. Nondasola che garantisce l’esistenza ed il buon funzionamento della Casa delle Donne, per iniziativa della nostra amministrazione è stato promosso il tavolo (interforze) interistituzionale, di cui fanno parte oltre al Comune, forze dell’ordine, servizio sanitario, rappresentanti della Casa delle Donne e istituzioni, con lo scopo di monitorare, prevenire, agire in maniera tempestiva per la difesa e la tutela delle donne. Due indirizzi politici virtuosi ma ancora non diffusi su tutto il territorio regionale. Inoltre l’esperienza reggiana insegna che è necessario mettere in atto, in modo stabile, coordinato, e opportunamente sostenuto da risorse umane e finanziarie dedicate un insieme di politiche volte al consolidamento della cultura del rispetto della libertà e della dignità femminile”.

Tra le altre cose, il documento intende favorire la creazione di una “Rete regionale contro la violenza” formata dagli enti pubblici territoriali, dalle istituzioni pubbliche e dagli organismi del privato sociale che già intervengono nelle reti locali create dalle diverse province e comuni; realizzare – direttamente o tramite altri soggetti pubblici e privati (enti scolastici, comuni e province, associazioni femminili, centri di documentazione) – progetti e interventi di prevenzione nel campo della istruzione e della formazione rivolte a diverse fasce scolastiche e diversi target (uomini/donne ragazzi/adulti); promuovere azioni di sensibilizzazione contro gli stereotipi di genere in particolare nel campo della comunicazione dei media; attivare azioni per favorire la soluzione dei problemi abitativi delle vittime con figli minori; promuovere progetti per l’occupazione delle vittime.