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Marchi ai Democratici: chiedete con forza Prodi presidente

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Maino_Marchi_PDIeri ho deciso di non rilasciare dichiarazioni.

Era difficile spiegare una cosa che dovrebbe essere banale, come l’impegno assunto alle primarie, sottoscritto al momento dell’accettazione della candidatura e ribadito in campagna elettorale, di votare in coerenza con le decisioni del gruppo parlamentare del PD.

Mercoledì’ sera, in una seduta drammatica e gestita malissimo, i grandi elettori del PD, a maggioranza, hanno deciso di votare Marini. Confesso di aver dato il mio assenso in quella riunione con l’unica motivazione di non mettere in minoranza il Segretario del PD, determinare una condizione gravissima per il PD e compromettere le possibilità di un percorso già molto travagliato sulla Presidenza della Repubblica e più complessivamente.

Pertanto ieri mattina ho votato Marini. Sono stato uno dei pochi in Emilia Romagna. Lo rifarei, non perché insensibile alle proteste dei nostri elettori, ma perché resto convinto che solo con il rispetto di alcune regole elementari un gruppo parlamentare possa evitare di sfasciarsi.

Dal pomeriggio mi sono sentito meno obbligato alla disciplina e non ho votato scheda bianca, ma Romano Prodi. Sono contento che questa sia diventata oggi la scelta del Partito Democratico, su proposta di Bersani, votata all’unanimità.

E’ evidente che non abbiamo già ottenuto il risultato. Senza voti di altri, Scelta Civica e/o M5S (non necessariamente tutti, anche una somma di voti sparsi) Prodi non sarà eletto. Mi piacerebbe che ora gli elettori del PD, riconoscendosi in Prodi, facessero una pressione forte verso i parlamentari del M5S affinché votino Prodi. Una pressione paragonabile a quella fatta nei nostri confronti per votare Rodotà. Altrimenti saremo da capo e non sarà facile uscirne.

Aggiungo che a mio avviso Marini non e’ stato eletto non per una valutazione negativa sulla sua persona, stimata e pienamente di centrosinistra.

E’ successo un fatto politico.

E’ risultata impraticabile la linea politica, condivisa da tutti i parlamentari del PD, di ricercare una larga convergenza distinguendo tra Presidenza della Repubblica e Governo. Impraticabile perché il M5S fa diktat senza accettare nessun confronto (e questo dovrebbe far rabbrividire tutti i veri democratici), mentre il centrodestra converge sul Presidente solo in una contestualità con il Governo.

Ora abbiamo cambiato linea. Sento entusiasmo, ma, affinché non si trasformi in delusione, occorre un’azione politica di base per allargare oltre il centrosinistra il consenso su Romano Prodi.

(On. Maino Marchi – PD)