“La protesta dei 500 contro la chiusura di Piazza Roma è un fatto storico per la città: è stata come una carica di cavalleria ben assestata nel centro dello schieramento avversario”. Ad affermarlo è Enrico Aimi Coordinatore Provinciale del PDL. “E pensare – ha aggiunto – che la serrata di tante attività economiche del Centro è solo la punta di un iceberg che vede sempre più nell’occhio del ciclone le politiche amministrative delle sinistre in città, giunta in testa. Sono decine i problemi irrisolti che attanagliano Modena per i quali questa amministrazione ha speso solo chiacchiere e promesse, accompagnate da pesanti errori ricaduti poi, inevitabilmente, su commercianti e cittadini. Dall’urbanistica alla sicurezza, dall’IMU alla sosta, i modenesi stanno accumulando un pesante fardello di oneri senza il benché minimo ritorno per l’impegno economico e sociale profuso per la loro città. Anzi, l’indice di gradimento del loro Primo Cittadino sprofonda sempre più in basso nelle classifiche di tutti i quotidiani economici e la città sembra ormai abbandonata in un mare in tempesta e alla mercé di una giunta litigiosa e senza un leader che la possa ricompattare. Quella di prendere tempo proponendo illusori tavoli programmatici di trattativa è una mossa che abbiamo visto già in altre occasioni e che è funzionale solo a disinnescare il problema. Ciò che oggi il Centro Storico chiede, manifestando il suo dissenso, è una risposta chiara e precisa, oserei dire evangelica: un doppio sì o un doppio no, senza tentennamenti, rinvii o giri di parole. Martedì 23 aprile è iniziata una “controrivoluzione” politica e culturale che segna la fine di un epoca: quella in cui i modenesi avevano una paura birbona dei “compagni” al comando. Singolare che tutto questo sia avvenuto proprio mentre a Roma il PD viveva una delle sue crisi politiche più acute, colpito a morte dalle sue contraddizioni e dai tradimenti interni. Cosi, anche a Modena, il tempo delle umiliazioni è finito e con esso anche quello della sudditanza al partitone egemone in Città. La giunta è stata fin qui abile a prender tempo e ad atomizzare i problemi e le criticità sollevate da tanti cittadini e comitati. Tuttavia – conclude Aimi – se l’area sempre più vasta della “protesta propositiva” prende consapevolezza della propria forza e della necessità di dare unità e sintesi alla battaglia politica, ciò che e’ avvenuto a Sassuolo avverrà anche nell’ex Capitale di Ducato. Una città, la nostra, che merita una guida forte e post-ideologica, nell’interesse di tutti e non solo di una parte o, forse, sarebbe più corretto dire, di un partito”.