Vale la pena di ritornare a parlare di Cooperazione, si corre il rischio di ripetersi ma, dove nulla cambia se non in peggio, è un dovere tentare di aprire una discussione almeno per dare voce a quelle migliaia di persone che vivono sulla propria pelle, con angoscia, la crisi delle aziende cooperative e non possono parlare perché, quando la crisi morde, il timore della discriminazione si fa ancora più forte. Poi ci sono quelli che, nonostante la crisi, o continuano a spartirsi posti o vivono nell’ombra di costoro godendo delle briciole a loro concesse e, in queste categorie, si annidano, ahimè, molti personaggi che sono tra i principali nemici della innovazione nel sistema Cooperativo.
Cerchiamo di mettere ordine ai problemi. Qualche mese fa è apparsa su un giornale locale la sintesi di un intervento della pres. Legacoop di Reggio Simona Caselli alla direzione reggiana della organizzazione, intervento che bacchettava duramente i cooperatori mettendo a fuoco molti aspetti della degenerazione, anche morale, che si è sviluppata nel sistema cooperatvo. Poletti presidente nazionale delle Legacoop venne a Reggio Emilia qualche mese fa e dichiarò che i cooperatori dovevano“innovare, innovare, innovare” ripetuto per farsi capire, nei giorni scorsi, poi, lo stesso ha dichiarato che Renzi rappresenterebbe una ventata di novità per la società italiana, i giovani cooperatori reggiani, inoltre, nei mesi scorsi hanno reso pubblico un documento dove affermavano che chi ha avuto responsabilità nelle crisi cooperative doveva fare un passo indietro.
Alla luce di quanto è successo e sta succedendo in questi mesi c’è da ridere o piangere a pensare a queste affermazioni, vista la conferma e il rafforzamento della posizione di alcuni manager cooperativi (sic) e il dislocamento, in posizioni di potere, di altri a prescindere dai disastri di cui tutti costoro sono stati, almeno in parte, responsabili.
Fatevi coraggio Caselli e giovani cooperatori questo è il momento di uscire allo scoperto, si rischia qualcosa ma si ritrova una dignità di cui c’è grande bisogno e, soprattutto, si parla alla testa e al cuore di quei lavoratori che pagano e pagheranno ancora a caro prezzo la crisi del sistema cooperativo.
Poi ,caro Poletti, io non sono, a differenza di lei, un grande estimatore di Renzi ma provi a fare vivere un po’ di rottamazione anche in cooperazione per vedere l’effetto che fa.
Gira nella rete ed è apparsa su un giornale locale la denuncia dei redditi di un cooperatore reggiano, un reddito vertiginoso, e pensare che è uno di quelli che più assiduamente parla di solidarietà. Con quel reddito da nababbo certo non si fatica a parlarne.
Ma perché non si fa una bella operazione verità e si rendono pubblici redditi e posti occupati nelle varie società dei dirigenti cooperativi come ha chiesto, del resto, anche Simona Caselli nella direzione sopracitata? I soci hanno diritto di sapere e sono certo che Renzi, se consultato da Poletti, la considererebbe una normale pratica che favorisce il rapporto tra base e vertice (cari cooperatori ci basta conoscere la vostra denuncia dei redditi, i vari benefit che vi concedete e che non sono compresi nel 730 ve li abbuoniamo).
Per quanto riguarda i politici locali continuano imperterriti a occuparsi ben poco dei problemi di Reggio tutti tesi a ricollocarsi in vista del congresso e magari impegnati a sparare contro il quartier generale romano senza preoccuparsi troppo di quello che accade nella nostra provincia.
Ciò conferma l’idea molto diffusa che la politica è diventata soprattutto un ufficio di collocamento e un contributo alla soluzione della occupazione giovanile per giovani mediocri.
Temo che, se nulla cambierà nei prossimi mesi, molti elettori di centro sinistra cercheranno punti di riferimento elettorali, anche a Reggio, al di là degli schieramenti facendo in modo che, nelle elezioni amministrative, possano prevalere persone che, anche se non schierate a sinistra, abbiano a cuore i problemi del nostro territorio.
(Gilberto Gasparini, membro Direzione PD Reggio Emilia)