Approvata ieri in consiglio comunale la nuova disciplina per il riscatto degli alloggi Peep anche per rispondere all’altro impegno preso dalla maggioranza con il Piano Abitativo Sociale (Qualità-Sostenibilità-Equità) del marzo 2012, oltre alla revisione dei regolamenti per l’accesso alla edilizia sociale (in corso). Il commento della consigliera del Partito Democratico Giuliana Urbelli.
“Il nuovo regolamento – spiega Urbelli – nasce con un denominatore comune: quello di valorizzare il patrimonio pubblico, e risponde ad una duplice esigenza: da un lato, adeguarsi alla normativa nazionale che stabilisce che il corrispettivo dei riscatti debba essere determinato facendo riferimento al valore venale del bene, come per gli espropri; dall’altro, considerando il significato che lo strumento PEEP ha avuto nella realtà modenese, ha lo scopo di non vanificare gli sforzi compiuti per realizzare nuovi comparti destinati a fasce medie di cittadini “svendendo” una risorsa sempre più preziosa e rara, ovvero il patrimonio fondiario pubblico, specie immediatamente dopo la realizzazione dell’intervento edilizio”. “Il nuovo regolamento – continua la consigliera – determina una rivalutazione dei valori di riscatto, adeguandoli in qualche modo ai valori di mercato e rende più oneroso il riscatto richiesto immediatamente dopo il periodo minimo dei 5 anni, anche se esiste la possibilità di graduare l’entrata in vigore della nuova disciplina prevedendo un periodo finestra (1/2 o più anni) per dare la possibilità a chi deve riscattare di farlo secondo una norma equilibrata tra il vecchio e il nuovo regime”. “Ma quali sono le ragioni – conclude Urbelli – per cui crediamo che rendere lievemente più “oneroso” il riscatto in senso “decrescente” rappresenti oggi una forma di equità sociale e redistributiva? Perché se dopo 5 anni si è già nella condizione reddituale di poter riscattare allora forse non si aveva così bisogno dell’alloggio PEEP per le vere finalità per cui questo è assegnato: dare un alloggio a prezzo calmierato. Modificando in questo senso la disciplina del riscatto, non si vanifica lo strumento PEEP anzi lo si riporta al suo significato originario. Inoltre perché in fondo per commercializzare un immobile non necessariamente occorre riscattarlo. Il riscatto serve sostanzialmente per commercializzarlo a valori di mercato, quindi ad alienare un edificio ottenuto utilizzando il beneficio dell’abbattimento della rendita fondiaria a mercato libero, trasformando quindi un bene collettivo in vantaggio privato. Per concludere, anziché agevolare il riscatto, specie se questo avviene dopo 5/6/7 anni, la scelta che facciamo è quella di rafforzare il significato dell’edilizia convenzionata”. Insomma, per continuare a fare politiche abitative pubbliche c’è necessità di adeguare gli strumenti normativi che consentano una sempre più aderente risposta alle nuove richieste che vengono dai cittadini modenesi.