Si è svolto stamattina a Modena il primo convengo organizzato da Fratelli d’Italia, in collaborazione con le Associazioni In-Difesa e lo Sportello SOS di Associazione Italia Vera, per parlare di femminicidio. “Un neologismo necessario – spiegano Barbara Bendettelli ed Elisabetta Aldrovandi, rispettivamente Responsabile Nazionale e Provinciale del Dipartimento Area Tutela Vittime di Violenza di Fratelli d’Italia – perchè di fatto è un termine che identifica immediatamente un fenomeno anche culturale e che, se riconosciuto, può permettere di prevenire le decine di donne uccise ogni anno nel nostro paese. Ciò è dovuto anche al fatto che reati come la minaccia o la violenza privata, che causano gravi timori psico fisici nelle vittime, non sono adeguatamente sanzionati dal nostro ordinamento giuridico con pene sufficientemente deterrenti alla reiterazione del delitto”.
Sono intervenuti, tra gli altri, anche la Dott.ssa Giulia Ferrari, che ha ricordato l’assassinio della figlia Giulia Galiotto per mano del marito, e di come sia necessario combattere ogni giorno per evitare altre violenze e altre morti, “Per non dargliela vinta”, come il titolo del libro che ha scritto in ricordo della figlia. Hanno partecipato altresì Tommaso Foti, Deputato dal 2001 al 2012, il quale ha ribadito la necessità di uno Stato che tuteli prima dei colpevoli le vittime, troppo spesso lasciate abbandonate a se stesse e non protette di fronte a minacce che quasi sempre si trasformano in gesti di estrema violenza, e la Dott.ssa Roberta Bruzzone, nota criminologa e Presidente dell’Accademia Internazione delle Scienze Forensi, la quale, oltre a ricordare che la violenza sulle donne è un fatto sì illegale, ma in Italia culturalmente legittimato, ha sottolineato la precisa necessità che le vittime di violenze e maltrattamenti siano quotidianamente aiutate e seguite nel loro percorso di denuncia e liberazione sia psicologica sia fisica dalle molestie subite, e non abbandonate a se stesse, come invece accade troppo spesso.
La Dott.ssa Bruzzone, Presidente fondatrice di SOS Vittima Onlus, ha altresì fortemente voluto la realizzazione della app Save the Woman, che consente di effettuare un test, il primo al mondo per smartphone, che misura il livello di esposizione al rischio di violenza di una donna. attraverso le risposte ad un questionario. Al termine, l’applicazione fornisce un’indicazione sul profilo di rischio e, in caso di pericolo reale, fornisce le informazioni sui centri di assistenza a cui rivolgersi immediatamente. L’app, già disponibile e scaricabile gratuitamente, è solo il primo passo per aiutare una donna ad acquisire la consapevolezza della propria situazione, quando la vittima non è ancora diventata tale.
Save the Woman ha da poco ricevuto la menzione speciale per la valenza etica al 7° Premio Best Practices per l’innovazione di Confindustria. L’approccio multidisciplinare del progetto – che intreccia le competenze di psicologi, ingegneri, legali, criminologi ed esperti di comunicazione – è un caso unico nel panorama internazionale, perché interviene prima, quando la vittima non è ancora diventata tale, allo scopo di prevenire qualsiasi violenza psicologica e fisica ed è solo il primo passo per aiutare la donna ad acquisire la consapevolezza della propria situazione.