“Un fronte comune tra le Regioni per favorire il vitivinicolo, un settore d’eccellenza per la nostra Regione e, in particolare, per il territorio piacentino che conta ben 18 vini a Denominazione d’Origine Controllata”, lo chiede, con un’interrogazione, Andrea Pollastri (PdL).
Una notizia preoccupante è trapelata nei giorni scorsi: il 6 giugno scorso il Ministero per il Commercio con l’Estero della Repubblica Popolare Cinese ha attivato un’indagine per stabilire se i prodotti vinicoli di provenienza europea siano congrui dal punto di vista della quantità e dei prezzi.
Il timore è che ciò possa portare ad una revisione al rialzo dei dazi doganali sui prodotti vinicoli di importazione, che, ad oggi, in Cina sono del 14% per i prodotti in bottiglia e del 20% per quelli sfusi.
Il valore globale del vino italiano esportato nel corso del 2012 ammonta a circa 4.700 milioni di euro; la produzione regionale collocata sui mercati esteri è stata valutata in circa 353 milioni di euro, ovvero il 7,5% del totale nazionale, in aumento del 15% rispetto al 2011. Nella sola Cina viene venduto vino italiano per un valore di circa 75 milioni di euro, pari all’1,6% del totale, con un incremento del 10% rispetto al 2011.
Preoccupazione è emersa tra tutte le Regioni esportatrici di vino, tra cui l’Emilia-Romagna che, per bocca dell’Assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, ha affermato che “Il mercato cinese, in relazione alla presenza di fasce di popolazione numericamente consistenti, caratterizzate da redditi elevati e fortemente attratte dal “Made in Italy”, rappresenta, al di là degli attuali livelli di export, una grande opportunità di sviluppo per il comparto vitivinicolo nazionale chiamato a conquistare nuovi mercati per contenere gli effetti del calo dei consumi su quello interno”.
L’unica regione ad essersi concretamente mossa è la Lombardia, che sta predisponendo una serie di eventi di alto profilo comunicativo e mediatico per difendere gli interessi della produzione e dell’esportazione vitivinicola e contrastare l’imposizione di ostacoli burocratici e fiscali alla libera circolazione delle merci: la prima iniziativa in cantiere è l’organizzativa di una conferenza stampa di “macroregione”, con le altre Regioni confinanti, a cui seguiranno altre iniziative frutto di confronto e collaborazione.
Per questo Pollastri ha chiesto alla Giunta se si condividano il punto di vista e l’iniziativa lombarda e in che modo si intenda collaborare.
“La Regione Emilia-Romagna – ha detto Rabboni – è certamente contraria a qualsivoglia imposizione di dazi o all’attivazione di altre misure che possano ostacolare o ridurre le esportazioni di prodotti agroalimentari, di conseguenza è disponibile a valutare la propria partecipazione a tutte le iniziative che saranno, con questo intento, proposte.”
“È comunque evidente – ha chiosato – che problematiche di questa natura possono essere affrontate ed eventualmente risolte solo nel più ampio contesto della regolamentazione dell’interscambio commerciale tra Unione Europea e Repubblica Popolare Cinese e che la dimensione di “macroregione” proposta dalla Lombardia risulta, indiscutibilmente, limitata.”
“Voglio cogliere il alto positivo della risposta – ha commentato l’azzurro – che, per una volta, pur dando una bacchettata ai vicini lombardi, non suona come una porta chiusa: auspico che due Assessori all’Agricoltura si confrontino al più presto, e mi muoverò direttamente sulla Lombardia perché conoscano e valutino la disponibilità espressa da Rabboni.”