“Il confronto col ministro Cecile Kyenge rimane una spiacevole incompiuta, a cui contiamo si possa porre rimedio. Del resto ogni promessa è debito. L’ideale sarebbe che venissero chiamati anche due sindaci, penso a Flavio Tosi e a un collega di una grande città emiliana, come Modena, città del ministro, o la stessa Bologna, per esempio”. All’indomani dell’incontro tra il sindaco di Verona Flavio Tosi e il ministro all’Integrazione Cecile Kyenge, il consigliere regionale e responsabile dipartimento “Sicurezza, giustizia e immigrazione” della Lega Nord, Manes Bernardini rilancia la proposta di un confronto pubblico sull’immigrazione che chiami in causa i primi cittadini, “in prima linea nella gestione del fenomeno immigratorio che ha ricadute incisive sui territori”.
Bernardini chiede di “lasciarsi alle spalle le polemiche”. “E’ inutile avvitarsi su improduttivi scambi di accuse. Si scenda in campo. E si giochi la partita. Saranno i cittadini a giudicare”.
La partita – per Bernardini – “è quella di un’immigrazione che vuole integrazione, come processo da costruire dal basso, per questo i sindaci – pur in un quadro normativo nazionale – devono poter dare un contributo. La loro voce è importante e imprescindibile. Da loro deve ripartire il confronto”. “Solo a Bologna al 30 giugno si registrano 56.522 stranieri, il +3,6 per cento in più di un anno fa, per il 14,7 per cento complessivo della popolazione. Numeri che dicono dell’incidenza del fenomeno, che i sindaci – per primi – sono chiamati a governare”. Il consigliere leghista richiama l’incontro avuto – il 4 luglio scorso – con il ministro Kyenge, nel palazzo della Regione. “Quella stretta di mano per me vale più di un invito ufficiale, che attendo fiducioso”.