Modena è sempre stata un punto di riferimento in vari settori (automobilistico, ceramico, tessile, biomedicale, alimentare) negli ultimi tempi è passata alla ribalta nazionale per il sisma di maggio 2012 (all’appello mancano ancora alcuni miliardi per la ricostruzione), per le numerose aziende in difficoltà (fino ad arrivare al caso Firem che ha fatto il giro del mondo), per il taglio del 30% di alcune tratte ferroviarie (senza contare il bilancio in rosso di SETA azienda del trasporto pubblico), infine l’allarme ambientale dell’impianto di rifiuti andato a fuoco (ricordo che la pianura padana è già una delle zone più inquinate d’Europa).
Ricordo inoltre che il PD che governa Comune, Regione e Stato, vanta pure un ministro e un viceministro al lavoro entrambi modenesi.
Vogliamo sentire da loro che intenzioni hanno in merito a PMI, trasporti pubblici e ricostruzione post-terremoto;
e se hanno intenzione di proseguire con il furto dei rimborsi elettorali, l’acquisto degli f-35, la costruzione di inutili bretelle autostradali e addirittura il finanziamento regionale al meeting di comunione e liberazione.
Questo immobilismo e questo silenzio assordante sono intollerabili.