Il dibattito politico nella nostra città negli ultimi tempi è a dir poco asfittico.
Sarà per il contesto politico nazionale e locale, o per l’assenza di fatto di un’amministrazione comunale pienamente in carica, dopo le dimissioni di Delrio a seguito della sua nomina a ministro. Ma sembra più che altro che il dibattito sul futuro di Reggio Emilia alla vigilia delle amministrative sia sostanzialmente animato da polemiche di piccolo cabotaggio, sollevate per lo più da comitati che – comprensibilmente e spesso giustamente – sollevano problemi che meritano attenzione; ma il tutto in un contesto di assenza di visione strategica, in un contesto di assenza di politica.
Si parla di Via Settembrini o del parcheggio di Piazza della Vittoria. Sicuramente temi importanti e sensibili, per i residenti e i commercianti. Ma siamo sicuri che il futuro di Reggio passi da lì? Non rischiamo di concentrarci sulla pagliuzza e non vedere la trave che pende sulla città?
I veri temi che hanno letteralmente fatto cambiare pelle a Reggio come ad altre città si chiamano crisi economica’, ‘globalizzazione’. Occorre partire da qui, se si vuole costruire il futuro della città, partendo dai valori che da sempre l’hanno contraddistinta: il lavoro innanzi tutto.
La globalizzazione ha letteralmente cambiato il volto della città, anche dal punto di vista demografico. Basta fare una passeggiata in centro storico e si può vedere il mondo intero a Reggio Emilia. E questo vale per buona parte dei comuni della nostra provincia. Ciò è normale e per molti versi bello e affascinante. Ma come tutti i processi va governato e gestito. E non subìto.
La crisi economica, ha coinvolto in maniera pesante il nostro territorio. Alcune imprese hanno chiuso, molti lavoratori sono in cassa integrazione o in situazioni analoghe, sempre più imprese fanno fatica a essere competitive sui mercati internazionali, anche a causa di un ambiente sempre meno adatto a fare impresa e di una specializzazione settoriale del nostro tessuto produttivo maggiormente esposta ai venti della crisi: dall’edilizia, al tessile, etc.
E’ su temi strategici come questi – la coesione sociale, la competitività di un territorio, la crisi economica -che si innesta la gravità di un’assenza di guida politica nell’amministrazione comunale. Per buona parte dell’ordinaria amministrazione le macchine comunali hanno dirigenti e personale all’altezza per affrontare la situazione. Ma le scelte strategiche vere, non aspettano, sono treni che passano veloci, e bisogna essere politicamente pronti a prenderli.
La metafora del treno non è usata casualmente. Infatti da poco Reggio Emilia ospita la nuova Stazione Mediopadana per la TAV. Un’opera strategica, al servizio di un territorio vasto, che può sinergicamente funzionare proprio inserendosi negli altri due temi di cui ho accennato sopra: globalizzazione e crisi economica. E se occorre dare merito ha chi ha pensato, voluto e realizzato l’opera per la lungimiranza e la forza, occorre anche sottolineare che ad oggi è mancato tutto il lavoro, politico e amministrativo, per concretizzare tutte le potenzialità della stazione e trasformarla in un volano per immaginare il futuro di Reggio oltre la crisi, un futuro di lavoro e sviluppo. E senza questo lavoro quello che rimane è una bella opera architettonica e una cattedrale nel deserto. La realtà amara è che purtroppo l’intero sistema degli enti locali non ha riconosciuto mai veramente la TAV e la nuova Stazione Mediopadana come “la priorità”. Non il Comune, non la Provincia, non la Regione.
Mancano le infrastrutture di supporto (dai parcheggi, ad un adeguato collegamento con la città che integri la nuova stazione al tessuto urbano); è mancato il lavoro adeguato con le province e le città dell’area vasta, affinchè l’opera venisse percepita al servizio non solo di Reggio. E tutto ciò manca nonostante si sapesse da una decina d’anni che l’opera ci sarebbe stata.
Questo ha fatto sì che – complice la crisi economica – si sia passati dall’entusiasmo iniziale al fatto che la città abbia progressivamente vissuto come un corpo estraneo il progetto di Calatrava. Un esempio di questo è stato il dibattito, tutto sulla difensiva, sul pericolo dello sviluppo dell’area nord a danno del centro storico.
Questo per dire che La stazione TAV e lo sviluppo dell’Area Nord sono temi fondamentali e strategici per rilanciare la città, farla uscire dalla crisi, attrarre investimenti qualificanti per rilanciare lo sviluppo e offrire opportunità lavorative e rendere più accessibili servizi alle imprese già presenti sul territorio. Per questo deve essere al centro del progetto di città che chiunque si candidi presenta ai cittadini alle prossime elezioni amministrative.
L’Area Nord è una grande opportunità per Reggio, ancora di più per la sinergia con la nuova Stazione. Non si può affrontare la discussione su questo tema semplicemente ponendo veti sul consumo del suolo, come già hanno fatto alcuni componenti dell’attuale giunta comunale. Certo quest’ultimo è un tema reale, ma che va affrontato complessivamente nella pianificazione di Reggio e del territorio circostante, senza mortificare una zona che può dare risposte importanti per il futuro della città. Il tema del consumo del suolo va affrontato non meramente in termini quantitativi, ma anche facendo grande attenzione alla qualità del costruito, sotto tutti i punti di vista (ambientale, architettonico, urbanistico), cosa che non sempre è stata fatta.
L’Area Nord deve diventare una vera e propria calamita per gli investimenti produttivi, puntando sulla competitività territoriale e la relativa bassa rendita fondiaria che rendono conveniente investire a Reggio Emilia, invece che – ad esempio – nella periferia di altre città. In questo modo tra l’altro possiamo crescere anche attraendo una nuova tipologia di persone, maggiormente qualificabili, più facilmente integrabili che apporterebbero miglioramenti anche al tessuto sociale cittadino. E questo va accompagnato naturalmente ad una vera e propria politica industriale per trasformare, modernizzare e rendere il sistema produttivo locale più competitivo.
Questi sono solo spunti per provare ad aprire uno squarcio nel dibattito sui temi strategici per la città in vista delle prossime amministrative. Partendo dall’Area Nord e dalla Stazione Mediopadana, gli strumenti che la contemporaneità reggiana ci consegna per attualizzare quel lavoro tanto caro alla storia della nostra città e che così tanto manca nelle prospettive delle giovani generazioni.
(Simone Montermini, Coordinatore Provinciale Scelta Civica Reggio Emilia)