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Stefano De Zan: un eroe. Salva dalle acque gelide del Tamigi un uomo

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DeZanIn città lo conosciamo. 2 anni in Modena Nuoto poi Rane Rosse, bagnino per SSD Dogali, istruttore degli esordienti C in Modena Nuoto, specialista dei 200-400-1500 stile libero dove vanta numerosi podi ai campionati giovanili dopo innumerevoli sfide con Cuoghi. In un weekend londinese per festeggiare il 22° compleanno con amici, si è trovato al posto giusto nel momento giusto. Oppure in quello sbagliato: dipende dai punti di vista. Resta il fatto che Stefano De Zan è un eroe. Il giovane atleta di VittorioVeneto TV, atleta, se non addirittura, campione di nuoto e bagnino, a Londra nel lungo Tamigi del quartiere di Vauxhall, noto per locali e discoteche, ha salvato dalle acque gelide del Tamigi un uomo che, per motivo sconosciuto, ubriachezza o altro, ci era finito dentro.

De Zan in quel momento era solo. Per evitare rumori molesti durante una telefonata, si era avvicinato alla riva del Tamigi dove sente urlare.

«Intorno a me non c’era anima viva, e nemmeno barche – ricostruisce Stefano – a un certo punto ho visto un uomo in acqua a una decina di metri dalla sponda del fiume».

Dopo tanti allenamenti, la confidenza con l’acqua e la sicurezza dei fondamentali di salvamento ripetuti centinaia di volte non ci pensa due volte, appoggia a terra il telefono, si sfila l’orologio dal polso, si tuffa e afferra l’uomo in difficoltà e lo riporta a riva, dove la vittima si dilegua prima dell’arrivo della polizia.

Qui iniziano i problemi per De Zan. Il referto dei medici londinesi parla chiaro: ipotermia.

«Non sono più riuscito più a uscire dall’acqua, anche perché sullo scalino dove avevo trasportato la vittima, non c’era spazio per me. Ed ero così stanco che non “sentivo” le gambe».

De Zan si è appeso a un approdo per barche. Dopo essere stato estratto dal Tamigi e fatto salire su una barca ha raggiunto l’ambulanza: De Zan aveva una temperatura corporea di 32,3 gradi. Ed è stato trasferito nel reparto emergenze del Saint Thomas Hospital di Westminster Bridge Road.

Ora è a casa, a Vittorio Veneto provincia di Treviso dove tuttora è sotto antibiotici. Si è preso le congratulazioni del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, oltre agli applausi del mondo del nuoto venuto a conoscenza del gesto

“Il suo è stato un gesto di puro altruismo, dettato dal senso morale ma anche da un coraggio consapevole e non sprovveduto poiché nuotatore esperto e bagnino”.

“E’ un eroe – ha concluso Zaia – e credo che la sua impresa dovrebbe far riflettere tutti quanti sulla necessità di informare su temi riguardanti le emergenze alle quali ognuno può trovarsi davanti e sulle modalità con le quali intervenire. Resta il fatto che, comunque per farlo occorrono coraggio e altruismo, doti che Stefano ha dimostrato di avere in abbondanza”.

A noi fa piacere vedere che, in un mondo dove l’indifferenza prende sempre più piede, un ragazzo che si trova da solo decide, di notte, in un paese che non conosce, di rischiare la propria vita per una persona che non ha mai visto prima, buttandosi in un fiume che alla luce del giorno sembra una discarica. Ma d’altronde gli eroi sono così: se non sono (anche) matti non li vogliamo.