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Chiusura Ostetricia Porretta. La Commissione Politiche per la Salute della Regione convoca i Sindaci

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“C’è un problema di sicurezza, il reparto non raggiunge i 500 parti all’anno stabiliti a livello nazionale e internazionale dall’Oms, e di sostenibilità. Problema, quest’ultimo, che impone scelte finalizzate a salvaguardare soprattutto il quadro generale dei servizi resi al territorio”. Lo dice il direttore generale della sanità regionale, Tiziano Carradori, al termine dell’audizione convocata dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini, con i sindaci dei Comuni del distretto di Porretta Terme (Bo) in merito al superamento dell’attuale Punto nascite di Ostetricia dell’ospedale di Porretta. A questo riguardo, Carradori parla “di risorse sostanzialmente in calo rispetto agli anni precedenti”, riduzioni “che minano la sostenibilità del sistema. A questo, si aggiunge la decisione presa a livello nazionale (Conferenza Stato-Regioni) di tagliare 2.700 posti letto”.

Per il sindaco di Porretta, Gherardo Nesti, “la Regione deve decidere cosa vuole fare del nostro territorio e, in particolare, dell’Ospedale. Ostetricia è per noi al primo punto, ma la preoccupazione maggiore è che ci sono segnali che ci fanno pensare ad una ridimensionamento della struttura”. Il primo cittadino di Vergato, Sandra Focci (presidente del Distretto sanitario), ha parlato invece di riorganizzazione generale del distretto: “Nessuno di noi è contento di vedere chiudere dei servizi, ma occorre guardare all’interno di una logica di responsabilità e fare in modo che il sistema, le priorità e le esigenze del territorio, tenga in maniera complessiva”. Il vice sindaco di Lizzano in Belvedere, Sergio Polmonari, ha evidenziato le problematiche delle zone di montagna, sottolineando in particolare “la povertà dei diritti nelle zone periferiche a vantaggio dei grandi centri”. Per il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi, “dobbiamo avere una visione complessiva del territorio e trovare un equilibrio del sistema. La difesa di un servizio non deve essere a scapito di altri servizi”.

“Occorre salvaguardare il sistema– ha detto Paola Marani (Pd)-. Abbiamo un patrimonio di qualità che, in presenza di un calo delle risorse, va riorganizzato introducendo interventi di innovazione”. Per Giuseppe Paruolo (Pd), “tecnici e politici hanno il dovere di affrontare e superare la questione. Per i politici c’è anche quello di sapere affrontare il percorso doloroso del consenso”. Alberto Vecchi (Fi-Pdl) ha ricordato che “non possiamo dimenticare le problematiche e le difficoltà del territorio di montagna: le esigenze e le peculiarità della montagna e della pianura devono essere considerati in maniera diversa”. Per Sivia Noè (Udc), “alla montagna dobbiamo dare vivibilità e risposte in termini politici e solidaristici”. Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) ha parlato di un problema strettamente bolognese: “Si vogliono tagliare i servizi alla montagna per risolvere i problemi esistenti a Bologna”.