«Non sono un fenomeno né un sindaco manager, ma sono un sassolese che fa quello che può per la sua città e vuole continuare a farlo». Aveva cominciato con un video che, sulle note della canzone di Luca Carboni, ne rivendicava il fisico bestiale, Luca Caselli, ha finito con un appello alla città. Di fronte a lui la platea di piazza piccola, cornice dell’appuntamento clou della campagna elettorale del sindaco uscente.
Che ha lavorato di sciabola e fioretto, insistendo molto su come il suo mandato abbia cambiato Sassuolo («Ve la ricordate, questa piazza, cinque anni fa?»), ammettendo qualche errore («I varchi della ZTL, attivati come abbiamo fatto, sono stati una cazzata atomica: serviva più flessibilità») e spingendo sull’acceleratore di un programma di rilancio della città intesa come sistema economico e sociale, ma soprattutto come «comunità». SGP, sicurezza, immigrazione, moschea, rilancio del commercio, volontariato e associazionismo, tutela delle fasce più deboli della popolazione anche attraverso la residenzialità storica i temi forti sui quali Caselli ha fatto il punto, prima di escludere accordi in chiave ballottaggio. «Noi siamo questi – ha detto – e questi restiamo».
(scatto a cura di Grossfotovideo Sassuolo)